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di Flavia Amabile

La Stampa, 20 novembre 2023

La ministra per la Famiglia: “Pronti al dialogo con l’opposizione ma prima bisogna verificare quali sono le azioni davvero efficaci”. Sì a una legge condivisa per portare l’educazione all’affettività nelle scuole ma bisognerà aprire un dibattito sui contenuti, sostiene la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella a poche ore dall’ennesimo femminicidio.

La segretaria del Pd Elly Schlein chiede che maggioranza e opposizione lavorino insieme a una legge per rendere obbligatoria l’educazione all’affettività nelle scuole come avviene nella maggioranza dei Paesi europei. È d’accordo?

“Non solo siamo pronti al dialogo ma su questo tema l’abbiamo sempre cercato, e non è un caso che la legge contro la violenza sia stata appena votata alla Camera all’unanimità. La proposta di collaborazione fatta dalla Schlein, raccogliendo l’appello della Cortellesi, va accolta come metodo”.

Nell’educazione all’affettività rientra anche l’educazione alla sessualità?

“Siamo disponibilissimi a lavorare a una legge con l’opposizione. Su che cosa fare però è necessario aprire una riflessione seria. Bisogna verificare quali sono le azioni davvero efficaci. La Svezia, per esempio, ha un tasso di violenza contro le donne e un numero di femminicidi più alto rispetto all’Italia eppure ha l’educazione sessuale nelle scuole”.

Licia Ronzulli di Forza Italia chiede che l’educazione all’affettività inizi fin dalla materna. È d’accordo?

“Credo che fin dalla più tenera età sia necessario educare al rispetto. Al rispetto degli altri, al rispetto della libertà di ciascuno, perché la democrazia si fonda su questo. Alla base della violenza c’è infatti il problema di una nuova libertà femminile che per alcuni uomini risulta ancora difficile da accettare, da elaborare”.

In molti chiedono uno sguardo sulle famiglie e in particolare sull’educazione dei maschi, tema su cui la destra è riluttante. È il momento?

“La destra non è affatto riluttante. Le battaglie delle donne partono dalle donne e dalla loro consapevolezza, ma hanno successo quando coinvolgono anche gli uomini. Quindi è fondamentale che le madri educhino i figli maschi ad avere rispetto delle donne e della loro libertà, fuori dagli stereotipi di genere. Sarebbe inoltre un bel segnale una manifestazione di uomini contro la violenza, è un’idea che aveva lanciato tempo fa Ignazio La Russa e che potrebbe dare il senso di uno spirito trasversale. Credo che Elly Schlein potrebbe essere d’accordo”.

L’editorialista Marcello Sorgi accusa il governo di dimenticare l’urgenza di reati contro il femminicidio. Come risponde?

“È proprio il contrario. La lotta alla violenza contro le donne, e la volontà di creare su questo fronte un’alleanza trasversale, è stata un punto qualificante dell’azione di governo fin dal primo giorno”.

Eppure Action Aid denuncia che nell’ultimo anno sono calati del 70 per cento i fondi per la prevenzione della violenza di genere...

“Non ci risulta. Abbiamo invece aumentato i fondi per il piano anti-violenza, i centri e le case-rifugio, passati da 35 a 55 milioni in via strutturale, a cui quest’anno ho aggiunto 9 milioni per l’empowerment delle donne in uscita da situazioni di violenza”.

Non si può negare che, nonostante il Codice rosso e le promesse che si susseguono dopo ogni femminicidio, le donne continuano a morire. Elena, la sorella di Giulia Cecchettin sostiene che in Italia non c’è un solo posto dove, come donna, si può essere sicura. Che cosa manca ancora?

“Purtroppo non c’è un solo posto nel mondo dove le donne siano sicure. Le dinamiche di dominio, lo squilibrio di potere, anche se in misura assai diversa, ci sono ovunque. Pur con la nostra media intollerabile di una donna uccisa ogni tre giorni, i dati ci dicono che l’Italia è fra i Paesi europei in cui il numero di femminicidi è meno alto. Un governo può e deve intervenire, e lo stiamo facendo. Ma il fenomeno va affrontato su molti piani. C’è un problema di cultura e di costume che richiede tempo e uno sforzo comune per cambiare le cose davvero e in profondità”.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha chiesto il carcere a vita per gli assassini e castrazione chimica per stupratori e pedofili...

“Penso che le nostre leggi siano buone. Con questa nuova legge abbiamo proseguito sulla linea del Codice rosso promossa a suo tempo da Giulia Bongiorno, che è quella di interrompere il ciclo della violenza prima che accada l’irreparabile. Con le norme varate dal governo che saranno approvate in Senato la prossima settimana daremo per la prima volta tempi certi per adottare le misure cautelari. Questa è la linea da seguire e credo che Salvini e la Lega condividano questa linea su cui il governo ha lavorato insieme”.