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di Fabio Castori

Il Resto del Carlino, 19 agosto 2022

Carcere con spazi vetusti e insufficienti, sovraffollato, senza la figura di un educatore e in attesa di rinforzi del personale. È questa la fotografia fatta dall’avvocato Simone Mancini, responsabile regionale dell’Osservatorio carcere Ucpi, Unione camere penali italiane, con una delegazione della Camera Penale di Fermo composta dagli avvocati Marco Tomassini, Renzo Interlenghi, Michelangelo Giugni, Laura Dumi, Daniele Cardinali e Federico Interlenghi, durante la visita all’istituto penitenziario cittadino. Finalità dell’iniziativa verificare le condizioni inframurarie dei detenuti, unitamente a quelle del personale della casa di reclusione.

“Grazie alla collaborazione offerta dalla direzione del carcere - spiega Mancini - è stato possibile accedere a zone abitualmente interdette ed è stato possibile mostrare ai detenuti la vicinanza della Camera penale di Fermo e dell’Osservatorio carcere, confrontandosi sulle criticità della vita penitenziaria. La casa di reclusione di Fermo non presenta a oggi particolari criticità di organico, attualmente composto da 45 unità, di cui 35 svolgono il servizio di turno in continuo contatto con i detenuti, anche se si è in attesa di un aumento del personale”.

È stato invece rilevato un aumento della popolazione carceraria, passata dai 50 detenuti dell’anno precedente, ovvero il limite di capienza ordinaria, ai 56 riscontrati in data odierna, di cui tre in regine di semilibertà. Di questi circa il 40% sono stranieri, in maggioranza di religione musulmana.

“È doveroso - continua Mancini - sottolineare la nota insufficienza degli spazi all’interno delle celle, nonché la vetustà dell’intera struttura, alle quali bisogna aggiungere la carenza di adeguate strutture e personale qualificato per consentire un corretto svolgimento di quelle minime attività a diretto beneficio anche della convivenza tra i detenuti. Da segnalare la ancora persistente attesa di un educatore che possa seguire con costanza le necessità rappresentate dalla popolazione detenuta. Ad oggi è ancora presente solamente un educatore ‘itinerante’ il quale inevitabilmente non è in grado di fornire un adeguato contributo, nemmeno qualitativamente valido, stante la mancanza di quel costante e periodico contatto che permette la conoscenza approfondita delle problematiche del singolo detenuto”.

Ulteriore nota dolente è costituita dall’assenza di iniziative di carattere lavorativo finalizzate al recupero e al reinserimento. “Rispetto alla visita effettuata in data 15 agosto 2021 - sottolinea il presidente della Camera penale di Fermo, Andrea Albanesi - permangono quindi le gravi carenze in ordine alla mancanza di spazi e di educatori e appare necessario segnalare un aumento di sei detenuti”. Infine, resta grave la problematica inerente ai detenuti psichiatrici, soggetti bisognosi di cure specialistiche e oltremodo fragili, privi di quel sostegno specifico che un carcere non è in grado di offrire. L’augurio è quello di un intervento preciso e sistematicoper arrivare al vero obiettivo della pena che è quello di rieducare e risocializzare il detenuto.