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di Marcello Pulidori

La Nuova Ferrara, 2 maggio 2022

Botte tra detenuti italiani ed extracomunitari a colpi di bastone. I sindacati proclamano lo stato di agitazione: “Serve l’intervento del ministro”. Cresce la tensione oltre i cancelli del carcere ferrarese dell’Arginone. Botte da orbi, la scorsa notte, tra due fazioni di detenuti. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, due “bande” (una di detenuti italiani e albanesi, l’altra di extracomunitari) si sono affrontate a colpi di lamette e bastoni.

Ancora ignote le cause che avrebbero dato origine alla rissa. In tutto sarebbero stati una trentina i carcerati coinvolti nel deplorevole episodio che soltanto grazie al tempestivo intervento della Polizia Penitenziaria è stato sedato. Insomma, una escalation di violenza preoccupante, soprattutto perché avviene in un penitenziario da sempre considerato tra i meno problematici e dove negli ultimi anni sono stati trasferiti personaggi molto noti.

La rissa furiosa sarebbe nata nel reparto di detenuti giudicabili, cioè quelli che sono in attesa del giudizio di primo grado. Tra i circa 30 detenuti coinvolti nei tumulti vi sarebbero persone di varie etnie. Come si accennava, l’intervento immediato e provvidenziale dei pochi agenti in servizio, - scrivono Sappe, Osapp, Uilpa, Sinappe, Uspp, Fns cisl, Fp cgil, Cnpp, Asppe, che nel frattempo hanno proclamato lo stato di agitazione - “è risultato complesso, ma rapido ed efficace e ha permesso di evitare conseguenze, tanto è vero che nessun operatore avrebbe riportato ferite.

Nelle stesse ore - scrivono i sindacati della Polizia Penitenziaria - in un altro reparto un detenuto metteva in scena un tentativo di suicidio, scongiurato dall’intervento del poliziotto in servizio”. I sindacati concludono chiedendo al ministro di Grazia e Giustizia di intervenire con provvedimenti urgenti per la gestione di un “istituto complesso, se non altro per l’alta varietà delle tipologie di detenuti ospitati”.