sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

La Nuova Ferrara, 4 settembre 2022

La senatrice Pd sulla denuncia della Camera penale sui mancati spazi di dibattito in campagna elettorale sui temi di violenze e suicidi nelle celle.

In carcere si continua a morire (58 suicidi e 814 tentati, sventati dalla Polizia penitenziaria) e in carcere si registrano violenze quotidiane, anche a Ferrara. Ma nessuno ne parla, almeno in campagna elettorale, era stata la denuncia del presidente Pasquale Longobucco della Camera penale cittadina.

Nessuno tranne la senatrice Pd, Paola Boldrini (nel silenzio assoluto di tutti gli altri politici impegnati nella corsa elettorale), che ieri replicava: “Al presidente della Camera penale che afferma che il tema sui problemi del carcere non è di interesse elettorale, rispondo che per fortuna non lo è. Perché c’è e c’è da tempo”.

Boldrini non a caso, giovedì scorso era a Ferrara, in carcere Proprio ieri (oggi per chi legge, ndr) : “Ho partecipato, in carcere - spiegava ieri -, ad un incontro organizzato dalla direttrice, Nicoletta Toscani, con Massimo Parisi, direttore generale del personale e delle risorse (Dap) , venuto apposta da Roma per interloquire e dare risposte sui timori avanzati circa la costruzione di un nuovo padiglione - previsto per il 2026 per 80 detenuti inseriti in percorsi avanzati - e sull’implemento dell’organico”.

Un incontro che faceva seguito ad un’altra visita, ricorda la Boldrini, “richiesta e fatta in cosiddetta missione con Franco Mirabelli, capogruppo in Commissione permanente giustizia in Senato, lo scorso autunno, per aprire un ragionamento in questa direzione e chiedere l’inserimento di risorse in Finanziaria”.

Ma il summit di giovedì scorso, rammenta ancora la Boldrini “faceva seguito a un mio confronto l’8 giugno con la ministra Marta Cartabia e con lo stesso Parisi e a una mia interrogazione parlamentare il 2 agosto. Motivo per cui ringrazio la direttrice Toscani per averlo organizzato ed esteso, correttamente, ai livelli istituzionali coinvolti, alla rete penitenziaria e ai sindacati”.

La Boldrini lo ammette di condividere le posizioni della Camera penale di Ferrara “sulle condizioni delle carceri e sulla necessità di ripensarle”. Ma soprattutto - dice - “condivido l’idea che il sovraffollamento e le condizioni di vita dovuti agli spazi ridotti siano tra i motivi che impediscono la riabilitazione - ricordando che a questo la detenzione servirebbe come da dettato costituzionale - e aumenti invece l’aggressività e la violenza, che si trasforma anche in autolesionismo e suicidio”.

E allora: “Come ho ribadito ieri, il discorso carcere va affrontato sul triplice piano della progressiva e cronica carenza di personale, della condizione e gestione dei detenuti e degli operatori stessi”. Per Boldrini, “manca personale sanitario, psicoterapeuti e psichiatri, per una presa in carico dei detenuti fin dal loro ingresso”.

E ancora: “vanno aumentate figure a supporto del personale tra i più colpiti dallo stress da lavoro. Per questo io e Mirabelli avevamo chiesto che in Finanziata fossero messe risorse ad hoc. E per questo, per le condizioni delle carceri e di quello di Ferrara di cui mi occupo dai tempi in cui ero Presidente di circoscrizione, continuerò a battermi se tornerò in Parlamento”.