sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Giuliano Santoro

Il Manifesto, 12 aprile 2023

Dopo l’avvertimento della prefettura, il tribunale acquisisce le carte dell’anagrafe. “Registriamo tutti, i diritti dei minori vengono prima di ogni altra cosa”, rivendica il sindaco.

Lo spettro dell’incertezza giuridica aleggia su trentadue bambini figli di coppie omogenitoriali registrati a Padova dal 2017, da quando cioè la città è amministrata dal centrosinistra. La procura ha chiesto al Comune gli atti delle iscrizioni all’anagrafe: il tribunale in linea teorica potrebbe decretarne la nullità.

Alcune delle registrazioni sono state firmate dal sindaco Sergio Giordani. “Ho agito nell’esclusivo interesse delle bambine, dei bambini e dei loro diritti fondamentali - dice - Ritengo sia un mio dovere. I bambini e le bambine vengono prima di tutte le discussioni. Evitare per loro discriminazioni molto gravi è un obiettivo che supera i vuoti normativi e che persegue i valori Costituzionali”. Giordani rivendica poi l’iniziativa delle scorse settimane, quando insieme ai sindaci di altre città ha chiesto al parlamento di legiferare, in modo da sanare il vuoto giuridico sul tema. “Da tempo con moltissimi sindaci di vari schieramenti chiediamo alla politica di agire con urgenza, oltre ogni ideologia - prosegue Giordani - Ho massimo rispetto del lavoro della procura, che agisce nelle sue funzioni. La domanda semmai è: per quanto tempo il parlamento eviterà di legiferare su un tema così delicato che nella società è notoriamente presente e che la attraversa nel concreto da molti anni? Girarsi dall’altra parte significa evitare di vedere la realtà, magari accettando il fatto che bambine e bambini cresciuti per anni con due genitori se li vedano togliere a causa di leggi contraddittorie e vuoti normativi”.

L’appello dei sindaci viene raccolto da diversi esponenti delle opposizioni. “Non si può più aspettare - afferma la deputata del Partito democratico Rachele Scarpa - Il Parlamento legiferi con urgenza sulla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali e monogenitoriali. Lasciare che la carenza normativa sul tema condizioni il destino di bambine e bambini, rischiando di far legalmente perdere loro un genitore con cui sono cresciuti per anni, significa negare i diritti fondamentali dei minori. Questo rischio rappresenta un’imperdonabile e brutale distorsione ed è frutto dell’ottusità di questa destra che non guarda in faccia a nulla e a nessuno e ci costringe a un’inerzia inaccettabile su un tema così delicato”. Alessandro Zan, deputato padovano e membro della segreteria nazionale del Pd con delega ai diritti ribadisce l’allarme: “Mi auguro che gli atti dell’amministrazione comunale non vengano impugnati perché un bambino così rischierebbe di perdere una madre che non verrebbe più riconosciuta tale e si tratterebbe di una crudeltà contro il supremo interesse del minore”. Anche per Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra a Montecitorio, “occorre regolamentare un settore nel caos. L’iniziativa della procura di Padova rende ancora più urgente una legge”.

La prefettura già un mese fa aveva informato l’autorità giudiziaria delle procedure seguite dal Comune per iscrivere all’anagrafe i bambini. Il prefetto Raffaele Grassi aveva inviato a tutti i sindaci della provincia di Padova una circolare per invitarli a rispettare la sentenza della Cassazione che blocca i riconoscimenti anagrafici. Dopo un incontro con Grassi, definito dalle parti cordiale nei modi ma non risolutivo nella sostanza, il sindaco Giordani aveva deciso di accogliere l’ennesima richiesta di iscrizione di una coppia. La prefettura aveva dunque fatto sapere che avrebbe informato la magistratura “affinché potesse valutare l’eventuale esercizio, in sede civile, dell’azione di rettifica degli atti così formati”. Ed eccoci all’intervento della procura.