sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Daniele Zaccaria

Il Dubbio, 5 luglio 2023

Che Repubblica offra spazio di tribuna allo scrittore Antonio Monda con un articolo dall’inequivocabile titolo “Ma io sto con Nordio” e che lo faccia proprio nel giorno in cui il sindacato dei giornalisti chiama a manifestare contro “il bavaglio” delle norme anti- intercettazioni, è una sorprendente e piacevole mirabilia. Ma forse anche il segno che la grande muraglia del giustizialismo, o del “colpevolismo” in senso lato, sta iniziando a sgretolarsi.

E che quella “rivoluzione” avviata trent’anni fa dalla procura di Milano con l’inchiesta di Mani Pulite, sospinta dalla furia manettara dei giornali, dall’impeto del processo mediatico permanente, comincia anche lei a perdere la cosiddetta spinta propulsiva. Anche perché le riflessioni di Monda, che mette a confronto il conflitto tra potere politico e ordine giudiziario in Italia e negli Stati Uniti, sono un piccolo e prezioso manifesto su cosa significhi essere garantisti oggi. Mettendo subito a fuoco i mostri creati dal basso commercio che avviene da anni tra redazioni e procure, Monda si chiede: “Quante volte abbiamo conversazioni che non avevano nulla a che fare con le indagini in corso e hanno umiliato, a volte distrutto la dignità delle persone? Non vi sembra aberrante la possibilità di intercettare le conversazioni tra l’imputato e il proprio avvocato?”. Se un’intercettazione non contiene alcuna notizia criminis non deve finire sui deschi dei caporedattori, ma andare direttamente al macero. E la libertà di stampa, il diritto a sapere, a essere informati garantito dalla Costituzione? Qui lo scrittore tocca uno degli aspetti centrali, quasi filosofici, del diritto liberale, ricordando la centralità dell’habeas corpus: “Anche il più utile e informativo degli articoli non vale il rischio di ledere la dignità di un essere umano”, paragonando poi “l’enfasi con cui si viene buttati in pasto ai lettori” con il risalto ridicolo dato agli articoli di “riabilitazione” quando gli accusati alla fine vengono assolti. “Ci sarà chi si avvantaggerà dalle riforme. Garantismo non deve significare impunità, ma la dignità di un cittadino è un valore superiore a ogni rischio”. Le parole di Monda sono una boccata di aria fresca e il fatto che siano apparse nella cornice di Repubblica, un quotidiano che, un po’ per convinzione, un po’ per vocazione pop, da Tangentopoli in poi ha sempre cavalcato l’onda giustizialista conferisce ancora più valore al suo bell’intervento.