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di Luca Serranò

La Repubblica, 8 agosto 2023

La pm Christine Von Borries contro la decisione del gup di derubricare le accuse in lesioni aggravate: “Atteggiamento crudele e particolarmente riprovevole degli imputati”. Nel dicembre di un anno fa il tribunale di Firenze aveva condannato con pene fino a 3 anni e 6 mesi un’ispettrice e 8 agenti penitenziari in servizio a Sollicciano, alla sbarra per il pestaggio di tre detenuti. Condanne lievi rispetto alle richieste della procura, per via del mancato riconoscimento del reato di tortura: ora, sulla base delle motivazioni espresse dallo stesso tribunale, la pm titolare dell’indagine si è rivolta ai giudici di appello contestando la decisione. Quelle violenze, secondo la pm, dovevano essere catalogate proprio come tortura, per “la crudeltà della condotta, produttiva di sofferenze aggiuntive nella vittima” e per “l’esistenza di elementi sintomatici di un atteggiamento interiore particolarmente riprovevole degli imputati”.

Scrive ancora la pm Christine Von Borries: “In ordine all’atteggiamento crudele e particolarmente riprovevole degli imputati, si ritiene sufficiente analizzare la modalità della loro condotta e, in particolare, il fatto che in ben 8 persone, rispondendo ad un ordine dell’ispettore capo, commisero per vari minuti atti di inaudita violenza nei confronti di un detenuto del tutto inerme e, successivamente, lo condussero in isolamento”. Nella sentenza del dicembre scorso il gup aveva derubricato il reato contestato dalla procura in lesioni aggravate, facendo cadere anche alcuni episodi di falso e calunnia. Assolto un agente, prosciolti due medici in servizio nel carcere. La procura aveva chiesto 8 anni per l’ispettrice, ritenendola l’istigatrice dei pestaggi.