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di Jacopo Storni

Corriere Fiorentino, 9 gennaio 2024

A Sollicciano mancano anche le visite. Incinta da quasi tre mesi eppure detenuta a Sollicciano, in una cella dove ci sarebbero problemi di infiltrazioni d’acqua. È la storia di una reclusa tunisina, arrivata in Italia pochi mesi fa e arrestata per spaccio di sostanze stupefacenti. Ad accertare la sua maternità era stata una visita a metà novembre, ma dopo quel giorno la signora non avrebbe ricevuto più alcuna visita ginecologica adeguata, visto che nel penitenziario fiorentino non ci sono gli strumenti adatti che si possono trovare invece dentro un ospedale. Ecco perché il giudice per le indagini preliminari ha autorizzato il carcere a procedere con visite esterne, che non sarebbero mai avvenute.

A seguire legalmente la signora è l’avvocata Sabrina Del Fio, secondo cui è piuttosto grave che una donna incinta sia reclusa in carcere, soprattutto senza la possibilità di essere adeguatamente seguita da un punto di vista medico. A rendere più complicata la situazione, il fatto che la donna non abbia documenti di identità. Secondo la legge, l’esecuzione di una pena per una donna incinta, oltre che per le madri che hanno un figlio di età inferiore a un anno, deve essere scontata fuori dal carcere, almeno che non prevalgano necessità cautelari. In casi simili a questo, la pena può essere scontata agli arresti domiciliari.

La signora tunisina avrebbe detto di potersi trasferire in una casa dove ha fatto la badante per qualche settimana. In caso alternativo, sarebbe possibile trasferire la signora in una casa famiglia, ma non è così semplice trovare una struttura. Fatto sta, che la signora, col figlio in grembo, resta in carcere. Una storia seguita anche dal Garante provinciale per i diritti dei detenuti Eros Cruccolini: “Le condizioni di chi vive il carcere sono sempre molto difficili, se a questo si aggiunge una gravidanza diventano ancora più complicate. La maternità sarebbe un momento particolare da vivere in condizioni di serenità e non di detenzione, anche perché le colpe delle madri non possono ricadere sui figli e chi è in grembo non ha nessuna colpa”.