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di Jacopo Storni

Corriere Fiorentino, 21 settembre 2023

L’ultimo annuncio un anno fa: “Pronti coi lavori”. Nulla è stato fatto, ora nuove date. “Entro settembre 2022 partiranno i lavori”. E invece, a distanza di un anno esatto da quell’annuncio che arrivava da più parti, i lavori per la casa famiglia delle detenute madri (Icam) non sono mai partiti. E la palazzina che dovrebbe essere destinata al progetto, in via Fanfani a Rifredi, affonda nel degrado. Erbacce sempre più alte, muffa, sporcizia.

Una storia vecchia e mai risolta, quella dell’istituto a custodia attenuata per le recluse che vivono in carcere con i loro figli piccoli. Quando nel 2010 a Sollicciano c’erano diversi minori, Firenze si era candidata a fare da apripista su questo progetto, con un protocollo firmato a gennaio 2010 da ministero della Giustizia, Regione (che stanziò 400 mila euro), tribunale di Sorveglianza, Istituto degli Innocenti e Madonnina del Grappa, che aveva messo a disposizione la palazzina di via Fanfani con un comodato gratuito. Tredici anni dopo, però, del progetto nemmeno l’ombra. O meglio, ci sarebbe l’intenzione politica di realizzarlo, come disse l’anno scorso l’allora dirigente del Provveditorato all’amministrazione penitenziaria Angela Venezia: “Dobbiamo verificare solo le condizioni della struttura, partire da quanto esiste per migliorarla il più possibile con l’obiettivo di far dimenticare ai bambini figli di detenute che quella non è una struttura detentiva”. Parole simili, a inizio giugno 2022, dall’assessora al sociale Sara Funaro, che riveste anche il ruolo del presidente della società della salute, a cui la Regione aveva originariamente affidato il progetto: “Entro giugno sarà fatta la progettazione esecutiva della ristrutturazione, durante l’estate verrà fatta la gara d’appalto ed entro settembre partiranno i lavori”.

La Società della salute, dopo una gara d’appalto problematica che non aveva portato risultati positivi, aveva affidato i lavori all’azienda sanitaria, a cui spetterebbe tecnicamente la ristrutturazione. E invece siamo fermi al palo, con rammarico del Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Pierpaolo d’Andria: “È un progetto interessante. A fine maggio i nostri tecnici hanno fatto un sopralluogo per rendere operativo l’Icam una volta che la struttura sarà pronta, siamo in attesa degli sviluppi”.

Dalla Asl spiegano che il progetto “è stato sottoposto ad una attenta verifica progettuale, in accordo con gli enti preposti ed in particolare con il Provveditorato Regionale all’Edilizia Penitenziaria al fine di trovare la migliore sintesi fra le esigenze di custodia detentiva e l’umanizzazione degli spazi”. E quindi, “la fase di progettazione definitiva è stata conclusa ed in attesa dei pareri degli Enti preposti: la progettazione esecutiva verrà conclusa per l’indizione della gara di appalto entro novembre e l’avvio/conclusione dei lavori entro il primo semestre 2024”. Date, scaricabarile, ma l’Icam ancora non c’è.