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di Giulio Aronica

La Nazione, 22 giugno 2023

Murate Art District ospita l’esposizione di un gruppo di artisti che reinterpretano alla luce dei valori dell’Unione Europea i testi di alcuni giovani reclusi del carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma. Libertà, unità, memoria, dignità e condivisione. Sono alcuni dei principi fondanti dell’Unione Europea, ma anche i valori che hanno ispirato sogni, aspirazioni e concreti desideri dei detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma.

Ed è proprio a partire dal laboratorio di scrittura creativa attivato all’interno del penitenziario dall’attore Salvatore Striano e dal Ministero della Giustizia, che è nato il progetto “Nel Segno della Libertà”: la mostra, a cura di alcuni degli Istituti di Cultura dei Paesi europei in Italia, ospita fino al 23 luglio negli spazi di MAD - Murate Art District le opere di un gruppo di artisti europei, che hanno tradotto i testi dei giovani in immagini, collegate da un elemento simbolico, le dimensioni delle celle del carcere.

“Ancora una volta, l’ex-carcere delle Murate da luogo di reclusione si trasforma in spazio di integrazione, creatività e rigenerazione urbana- spiega la direttrice artistica di MAD Valentina Gensini - L’esposizione si rivolge direttamente ai giovani, portando alla luce attraverso lo sguardo e i pensieri di detenuti minorenni alcuni valori cardine della comunità europea”.

Il percorso, articolato ed eterogeneo, esplora il all’interno dell’universo carcerario il concetto di libertà - vissuta, desiderata o immaginata - impiegando media diversi, dalla scultura alla performance fino alla virtualità, che trasfigura le celle in varchi verso realtà sconosciute, esperienze inedite e luoghi di memoria condivisa.

Riflessioni artistiche, pensieri sul futuro e considerazioni sul presente che si avvalgono anche del ricco patrimonio degli Archivi Storici dell’Unione Europea di Firenze, che ha aperto agli artisti il suo corpus inesauribile di documenti e lettere scritte da alcuni pionieri dello spirito europeo come Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Simone Veil e Ursula Hirschmann. “È un’iniziativa fortemente incentrata sui principi che sono alla base dell’Unione Europea - sottolinea l’assessore all’Università e alla Ricerca Titta Meucci - Non è casuale che la mostra sia ospitata in un carcere che nel tempo è diventato un simbolo di libertà e dignità ritrovata, capace di dare voce ai bisogni umani attraverso l’arte”.

Sono quattordici gli artisti che hanno aderito al progetto: Stefano Bellanova, Giorgio Errera, Sadra Ghahari, Weronika Guenther, Martin Jurik, Katerina Kutchova, Federico Niccolai, Marianna Panagiotoudi, Karina Popova, Ilaria Restivo, Zoya Shokooi, Maria Giovanna Sodero, Valerio Tirapani e Laura Zawada.