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di Manuela Plastina

La Nazione, 4 gennaio 2024

Il provvedimento del Tribunale di sorveglianza ha acceso i riflettori sulle condizioni di degrado all’interno del penitenziario fiorentino. Il garante: “Non ha senso tenere in piedi Sollicciano, costerebbe molto meno demolirlo e costruire una nuova struttura”. Giuseppe Fanfani, il garante dei detenuti della Toscana, ha visitato molte volte il carcere fiorentino. Conosce le sue criticità, tutti i suoi difetti, e non è rimasto stupito quando ha letto il provvedimento del tribunale di sorveglianza di Firenze che ha accolto il ricorso di un detenuto di 58 anni peruviano condannato per omicidio - difeso dall’avvocato Elisa Baldocci - e applicato uno sconto di pena di 312 giorni sulla base dell’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, laddove si proibisce “la tortura e il trattamento o pena disumano o degradante”.

“La motivazione del provvedimento è ineccepibile - aggiunge Fanfani -, è un esame analitico delle insufficienti qualità della struttura e di tutte le sue carenze che, messe in rapporto con la durata e il tipo di detenzione del soggetto in questione, violano i diritti dell’uomo”.

Cimici nei letti e sui muri, e segni dei loro morsi sulle braccia dei detenuti, infiltrazioni d’acqua, muffa, pareti che si scrostano, ma anche dimensioni delle celle sotto gli standard richiesti dalla Cedu: sono i contenuti che compaiono nei verbali dei sopralluoghi dell’Asl e che il magistrato di sorveglianza, Maria Elisabetta Pioli, ha usato nel suo provvedimento per illustrare il “trattamento inumano e degradante” al quale sono sottoposti gli ‘ospiti’ di Sollicciano.

Storture che ieri mattina hanno potuto constatare anche alcuni membri dell’Onac (Osservatorio nazionale sulle carceri dell’associazione italiana giovani avvocati). “Siamo stati nelle strutture di Pisa e Lucca - esordisce Francesca Bonagura, referente Firenze e Toscana -, ma come Solliciano è quella messa peggio”. In particolare, a essere teatro di decadenza e poca igiene sono il reparto accoglienza, nel quale “le celle sono in condizioni di igiene preoccupante” continua Alessandro Betti dell’Onac”, e quello Atsm, ovvero per la tutela della salute mentale.

Ale dell’istituto penitenziario refertate anche negli atti del tribunale di sorveglianza, dai quali emergono anche “importanti problematiche igienico-manutentive”. Il provvedimento si staglia inoltre come una “spartiacque per il nostro mondo - continua Bonagura -, e io sicuramente proverò la stessa procedura per tutti quei detenuti che vivono in condizioni simili”. La legge prevede che ogni 10 giorni passati in quello stato di degrado, in cui vengono violati di diritti, si può chiedere un giorno di sconto. Quindi il pensiero adesso va “alla situazione che stanno passando gli altri 500 detenuti di Sollicciano, molti dei quali vivono in condizione sostanzialmente analoghe a quella dell’uomo peruviano”.