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www.toscanamedianews.it, 4 aprile 2015

 

La denuncia dell'Osapp: "Siamo sicuri che sia infarto? Meglio escludere Notte Bianca". Il carcere fiorentino doveva essere coinvolto nell'evento. "Ieri mattina verso le 8,30 un detenuto di origine tunisina di 43 anni, Mohamed Sassi, ristretto nella sezione giudiziaria del carcere di Firenze Sollicciano è deceduto, all'apparenza, a seguito di infarto. Per quanto ci è dato di conoscere a nulla sono valsi i protratti tentativi di soccorso posti in essere nell'immediatezza dal personale sanitario e da quello di polizia penitenziaria. Alle ore 9 è stato dichiarato il decesso".

Lo riferisce il sindacato Osapp, l'Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, tramite il segretario generale, Leo Beneduci. "Ci auguriamo - scrive ancora l'Osapp - che effettivamente le cause del decesso siano da ascrivere a motivi cardiaci tenuto conto che nel recente passato dell'istituto fiorentino altre morti dubbie erano stato attribuite al consumo di sostanze stupefacenti, così come ci auguriamo che il ristretto che svolgeva attività lavorativa come addetto alle pulizie fosse stato sottoposto ai prescritti controlli sanitari per l'idoneità al lavoro". "Peraltro - conclude Beneduci - qualcuno prima o poi dovrebbe prendere atto che l'istituto penitenziario di Sollicciano viaggia sulla media di un decesso a settimana per cui come primo intervento sarebbe il caso di escludere che l'Istituto diventi nei prossimi giorni sede degli apertivi e della notte bianca organizzati dalla direzione e senza che il personale ne venisse in alcun modo informato".

 

Radicali: Stato incapace, assicurare diritto alla salute

 

Dopo la notizia diffusa dall'Osapp sulla morte (probabilmente per infarto, ndr) di un detenuto nel carcere di Sollicciano, sono intervenuti Maurizio Buzzegoli e Massimo Lensi, rispettivamente segretario e presidente dell'Associazione radicale Andrea Tamburi: "Aldilà della causa della morte del detenuto, è preoccupante questo aumento del tasso di decessi nelle carceri toscane: lo Stato è incapace di custodire i propri cittadini"

Buzzegoli e Lensi si soffermano sul problema della salute in carcere: "Secondo un'indagine dell'Agenzia Regionale della Sanità, il 71,8% dei detenuti toscani è affetto da almeno una patologia, spesso incompatibile con la detenzione: una difficoltà che si acuisce vista l'assenza di livelli assistenziali sanitari adeguati". Infine i due esponenti radicali ricordano l'impegno della segretaria di Radicali Italiani: "Rita Bernardini è giunta al 30° giorno di sciopero della fame per proporre l'amnistia: unica soluzione in grado di porre fine a questa crudele mattanza che avviene nelle carceri italiane".