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di Flora Barone

Corriere della Sera, 5 dicembre 2023

Barone ha fondato l’associazione Calabriameda da cui sono poi nate Ristorando, la mensa sociale, e lo Sportello Rosa per le donne. Martedì 5 dicembre Cosenza passa a Trento il testimone di “Capitale italiana del volontariato” C’è un mondo di persone, di ragazze e ragazzi, donne e uomini, giovani e anziani, che ogni giorno dedica una (buona) parte del proprio tempo agli altri. Cinque milioni calcola l’Istat - in realtà molti di più - di formichine instancabili in continuo movimento spesso invisibili, perché non chiedono palcoscenici (né hanno bisogno della pubblicità dei social) come ci fa bene intendere una di loro, Flora Barone, 60 anni compiuti, esperta in controllo di gestione, sposata con un figlio, nata e cresciuta a Cosenza. Da lei partiamo oggi, perché la sua esperienza è un piccolo modello in cui tanti possono rispecchiarsi e anche perché Cosenza quest’anno è stata la Capitale italiana del Volontariato e martedì 5 dicembre passa il testimone a Trento, che tra l’altro nel 2024 sarà contemporaneamente anche la Capitale europea del Volontariato.

Testimone - Flora Barone ci racconta che a far scattare la molla di occuparsi degli altri è stato “incontrare fuori dalla Chiesa quando avevo appena 6 anni una famiglia che chiedeva l’elemosina. Per me, cresciuta nel benessere, fu una pugnalata. Realizzai fin da piccola che nella vita c’era altro, oltre al mondo di benessere in cui vivevo”. Crescendo si è poi domandata spesso “come potevo rendermi utile”. In parrocchia prima, in realtà laiche dopo, “ho cercato di fare molta formazione, perché mi era già chiaro che non era sufficiente seguire il cuore”. E poi, dopo molte e diverse esperienze sul campo, a cominciare dal supporto dato ai campi estivi per bimbi quando era adolescente, nel 2016 assieme al marito ha fondato Calabriameda, “una associazione che si occupa di contrasto alla povertà”.

Ristorando, la mensa sociale, e Sportello Rosa - Da qui è poi gemmata una mensa sociale, ospitata in una casetta di legno accanto alla Chiesa evangelica cittadina e di fronte alla Agenzia delle Entrate, alla quale è stato dato il nome “Ristorando” (per “togliere lo stigma che può legarsi a una mensa sociale”, conclude la volontaria) dove le famiglie in difficoltà possono pranzare oppure ritirare un pacco di beni alimentari. Calabriameda è uno specchio di ciò che stanno attraversando molte associazioni: “Siamo nati per dare una minima risposta a un bisogno ma ora abbiamo anche aperto lo Sportello Rosa, uno spazio dove le donne possono stare assieme, dove trovare consulenze psicologiche, ma anche laboratori di scrittura creativa, di poesia. Si comincia da un punto e poi inevitabilmente si vanno occupare spazi dove c’è un bisogno. Questo è il bello di fare volontariato. Se tutti lo facessero staremmo meglio tutti”.