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immediato.net, 29 febbraio 2024

Tegola per “Zeus”, la comunità riabilitativa per detenuti psichiatrici del consorzio “Metropolis”. A novembre 2023 l’inaugurazione con il governatore Michele Emiliano e il dg dell’Asl Foggia, Antonio Nigri. Ma pochi mesi dopo, ecco un intoppo. La struttura, in località Ruggiano tra Manfredonia, Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo, dove prima c’era l’Hotel dei Mandorli, dovrebbe ospitare soggetti autori di reato anche con misure di sicurezza detentive. 20 i posti letto. Ma l’ambizioso progetto di “Metropolis”, grande realtà pugliese della sanità privata è stata stoppata dal Comune di Manfredonia per questioni burocratiche. “Dichiarazioni erronee ed incomplete circa il regime giuridico applicabile all’intervento edilizio di cambio di destinazione d’uso senza opere dell’immobile destinato ad albergo”, riporta una recente determina. In buona sostanza, l’ufficio comunale ha comunicato “l’avvio del procedimento di annullamento in autotutela della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività, ndr) del 12 gennaio 2023″.

“Dal complesso delle norme richiamate si deve ritenere che le Crap (comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica, ndr) possono essere insediate in zone territoriali compatibili con la funzione socio-sanitaria e/o assistenziale ciò che non può ritenersi verificato nel caso di specie, non sussistendo la conformità urbanistica della realizzazione della Crap potenziata con riferimento sia all’attuale destinazione urbanistica dell’area (zona turistico-alberghiero), sia alla destinazione d’uso dell’edificio (albergo)”. “Metropolis” farà ricorso al Tar.

La posizione dell’azienda - Riportiamo la nota di “Metropolis” firmata dal presidente del consorzio, Luigi Paparella: “La Crap per Autori di reato è prevista in un preciso provvedimento regionale e l’iter urbanistico, edilizio e amministrativo dell’istituzione della Crap è stata contrassegnata da un proficuo dialogo con l’Ufficio Tecnico Comunale. Pertanto sorprende la decisione del predetto Ufficio di pervenire all’annullamento della Scia, che per oltre un anno è stata ritenuta valida e pertinente all’intervento edilizio, il quale peraltro non ha comportato incrementi di volumetria e di carico urbanistico.

Ci vediamo costretti a impugnare l’annullamento dinanzi al Tar di Bari, nell’auspicio che siano esaminate le nostre giuste ragioni per continuare l’attività di rilevante e pubblico interesse della Provincia di Foggia, curare gli utenti psichiatrici autori di reato, salvaguardare i posti di lavoro e scongiurare un risarcimento danni a carico della comunità manfredoniana, che riteniamo ci spetti in caso di impedimento definitivo allo svolgimento dell’attività della Comunità Riabilitativa.

Al fine di diffondere una corretta informazione, va precisato che non è prossima alla chiusura, piuttosto teniamo a precisare che la struttura Zeus è attiva nel rispetto degli standard organizzativi strutturali e tecnologici previsti e verificati dalla Regione Puglia e dalle Asl competenti.

Trattasi di una struttura che risulta a regime rispetto alla capacità recettiva e che ha permesso l’assunzione di 12 infermieri del territorio foggiano, oltre che di circa 10 operatori socio sanitari del territorio e altrettanti consulenti psichiatri ed esperti delle attività.

La struttura rappresenta dunque non solo un’opportunità terapeutico riabilitativa per i pazienti ma anche un grande opportunità occupazionale per il territorio di Manfredonia. La struttura oggi conta dunque di 20 ospiti con diagnosi psichiatrica e in misura di sicurezza, e rappresenta un modello organizzativo tra l’altro fortemente voluto dalla Magistratura, al fine di dare una risposta dignitosa a tutte quelle persone affette da patologie mentali, costrette altrimenti a scontare le loro pene in luoghi di detenzione non compatibili con la loro condizione clinica.

Teniamo a precisare che il provvedimento adottato dal Comune di Manfredonia, fortemente penalizzante per il Consorzio scrivente, è stato originato da un esposto di una società concorrente e che quindi l’iniziativa comunale che ci penalizza è stata ispirata da soggetto estraneo alla Pubblica Amministrazione che coltiva un interesse privatistico, ed è forse, l’unica entità a poterne beneficiare del disposto annullamento del titolo edilizio in possesso del Consorzio Metropolis. Siamo fiduciosi che la Magistratura possa affermare la legittimità dell’intervento, e a prescindere dall’esito si rimarca l’impegno del Consorzio Metropolis ad essere al fianco dei soggetti fragili”.