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corriereromagna.it, 5 dicembre 2022

Emozioni intense per tre studenti del liceo “Monti” che nei giorni scorsi sono stati impegnati in una rappresentazione teatrale all’interno del carcere di Forlì. È stato il momento culminante di un laboratorio organizzato in sinergia con i detenuti di quella casa circondariale.

E intanto è già ripartita con grande partecipazione la nuova fase di questo progetto di grande valore educativo, in cui la scuola cesenate crede fortemente. Sono 48 i liceali iscritti al nuovo laboratorio, che mantiene lo stesso tema della passata edizione: “Miti e Utopie”. Ma ovviamente sarà tutta da inventare una drammaturgia nuova, su cui lavoreranno i ragazzi assieme alla regista e ai coordinatori del progetto, che sono Daniela Romanelli, Paolo Turroni e Giovanna Casalboni. L’intenzione è di ispirarsi a “Uccelli” di Aristofane e a “Città invisibili” di Calvino.

È Sabina Spazzoli la regista che dal 2014 porta avanti il laboratorio su doppio binario: fuori dalle mura del carcere, al “Monti”, che lo scorso maggio aveva già portato al teatro Bonci l’ultimo spettacolo; dentro il penitenziario forlivese, grazie all’associazione di volontariato “Contatto”.

Il ragazzo e le ragazze coinvolte, dopo avere fatto qualche prova insieme ai 13 detenuti, sono potuti tornare ad andare in scena nella palestra del carcere, dopo uno stop dovuto al Covid. Il tema triennale di questo laboratorio teatrale all’insegna dell’insegna dell’integrazione è lo stesso per tutte le carceri dell’Emilia Romagna: dopo “Gerusalemme Liberata”, “Ubu e la Patafisica” e “Padri e Figli”, è appunto la volta di “Miti e Utopie”, tema che si sta sviluppando dall’anno scorso.