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di Sofia Nardi

Il Resto del Carlino, 4 gennaio 2024

Ritrovamenti archeologici e bellici, crisi, ritardi, ricorsi: dal 2007 a oggi si è perso troppo tempo. Le opere per concludere sono state assegnate dal ministero. Ecco cosa resta da costruire. Una lunga e complessa vicenda giudiziaria ha a lungo bloccato i lavori di realizzazione del nuovo carcere, già in avanzato stato di edificazione al quartiere Quattro, ma ora i nodi si stanno sciogliendo e il cantiere sembra pronto a riprendere la sua attività. La relazione di avanzamento dei lavori firmata dall’ingegner Roberto Gambarota, responsabile del procedimento, getta una luce sullo stato dell’arte e su quello che, a operazioni finalmente concluse, sarà il nuovo penitenziario di Forlì.

Uno sguardo al passato: la realizzazione è stata suddivisa in tre distinti interventi (prima fase, primo stralcio e secondo stralcio) in funzione dei finanziamenti disponibili. In particolare un primo finanziamento di 900.000 euro è servito, nel 2003, per la progettazione: la lunghissima vicenda della casa circondariale, di fatto, è partita proprio 20 anni fa. Un secondo finanziamento di 8,1 milioni è arrivato nel 2005, per appaltare la prima fase. Un terzo finanziamento di 30 milioni è stato disposto nel 2006 e ha consentito l’appalto dei lavori di 1° stralcio. Un quarto e ultimo finanziamento di 20 milioni di euro è stato disposto nell’esercizio finanziario 2010 e ha permesso l’appalto dei lavori di 2° stralcio, quelli che dovevano completare l’opera. La prima fase, per 7,5 milioni, comprende la realizzazione di una parte degli alloggi di servizio, di cui tre terminati e tre ancora al rustico, del block house di ingresso, di parte delle centrali tecnologiche e della recinzione. I lavori sono stati consegnati nel marzo 2008 e ultimati nel giugno 2010. Il primo stralcio (l’importo è di 39 milioni) comprende la realizzazione del muro di cinta, del fabbricato adibito a direzione e caserma agenti, delle sezioni detentive di media sicurezza e di custodia attenuata, dei servizi (lavanderia, laboratori, magazzini).

I lavori erano stati aggiudicati nel dicembre 2007, ma il ritrovamento di reperti archeologici e di un ordigno bellico hanno rallentato di molto il cantiere. A ciò si sono aggiunte le vicende societarie della Cir Costruzioni (maggio 2011). E anche l’impresa Lungarini SpA di Fano, nuovo appaltatore, è andata avanti con grave ritardo, il che ha reso necessaria la risoluzione del contratto a febbraio 2016. Per poter andare avanti è stato necessario rielaborare il progetto per adeguarlo alle nuove norme tecniche (le leggi cambiate avevano reso i progetti obsoleti). Il progetto adeguato è stato posto in appalto nell’ottobre 2018, e nel settembre del 2019 è stato appaltato alla ‘Devi Impianti - Rialto Costruzioni’.

Ed eccoci al secondo stralcio: l’importo totale era di 20 milioni e comprendeva in origine la finitura dei primi 3 alloggi, la realizzazione di ulteriori 6, la realizzazione delle sezioni detentive dei protetti, dei semiliberi, quella femminile (l’unica della Romagna), della palestra e degli impianti sportivi all’aperto, nonché il completamento dell’esterno. Poi le note vicende giudiziarie: il ricorso della seconda azienda che aveva risposto al bando e, da qui, una pausa lunga anni. Ora, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, le opere sono state aggiudicate dal Ministero.

“La situazione attuale del cantiere? - si legge nel rapporto - Si potrebbe procedere alla risoluzione per grave ritardo, ma tale provvedimento, oltre ad avere le consuete conseguenze (difficoltà nel completare le opere e contenzioso con l’appaltatore), determinerebbe la necessità di prendere in consegna il cantiere, con spese e manutenzione dei fabbricati già realizzati. Tale ultima problematica potrà essere superata con l’avvio del cantiere del primo stralcio”. Adesso non resta che aspettare, ma, in questo caso, forse non troppo a lungo. E per l’ultima volta.