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di Lara Boccalon

rainews.it, 27 settembre 2024

L’esperto penitenziarista Sbriglia denuncia una carenza di assistenza per i detenuti, un problema che, assieme al sovraffollamento, aumenta la tensione nei penitenziari. Denunce analoghe da associazioni mediche e del personale carcerario. La denuncia arriva dal presidente onorario del Centro europeo di studi penitenziari e futuro nuovo Garante regionale per i diritti della persona Enrico Sbriglia: l’assistenza sanitaria in carcere è inadeguata. Pochi medici, troppi detenuti in attesa di visita specialistica o intervento chirurgico, costretti a ricorrere al pronto soccorso e alla guardia medica in assenza di medici. A chiedere aiuto al Garante sono le stesse direzioni delle carceri. Un problema non nuovo, nato una quindicina di anni fa, quando la salute delle persone detenute in tutta Italia è passata di competenza al servizio sanitario nazionale con l’organizzazione delle cure in capo alle regioni e alle aziende sanitarie - ricorda Sbriglia.

Assieme al sovraffollamento, è una delle cause principali delle tensioni emerse negli ultimi tempi nei penitenziari. Un clima che desta preoccupazione, oltre al fatto che tale situazione mette seriamente a rischio sul fronte della salute e sul piano della sicurezza, gli stessi operatori sanitari e di polizia. Il problema è in peggioramento in tutta Italia dopo il Covid e lamentano difficoltà anche la Società Italiana di Medicina, Sanità Penitenziaria e la Fimmg. Lo stesso il referente nazionale per la regione del sindacato della polizia penitenziaria Sappe Massimo Russo, il quale segnala personale costretto, a causa della carenza di medici, a organizzare scorte per frequenti trasferimenti di detenuti in ambulanza al pronto soccorso anche per problemi ordinari. Le situazioni più difficili a Udine, Pordenone e Gorizia, il rischio maggiore di notte.

A Trieste tempo fa si sono dovute scortare contemporaneamente 4 ambulanze per altrettante urgenze notturne, a Udine decine i detenuti trasferiti al pronto soccorso in codice bianco e giallo solo nell’ultimo mese - rileva Russo. Il garante per i diritti della persona di Udine Andrea Sandra ricorda poi il problema dei malati psichiatrici che andrebbero gestiti nelle strutture dedicate. Alle direzioni generali delle tre aziende sanitarie l’Associazione Luca Coscioni ha inviato una diffida ad adempiere al proprio compito stabilito dalla legge: garantire la tutela del diritto alla salute dei detenuti. Seppure perfettibile, la norma che ha conferito la competenza alle regioni esiste e va rispettata, osserva il Garante regionale Sbriglia che annuncia l’intenzione di approfondire le disfunzioni del sistema per tentare di risolverle.