di Giovanni Del Giaccio
Il Messaggero, 5 settembre 2024
Secondo decesso sospetto nel carcere di via Cerreto dall’inizio del 2024. Un detenuto era morto nel sonno, forse per avere ingerito troppi farmaci, mentre ieri c’è stato quest’altro caso. Nel 2023 si erano verificati altri due casi. Un’indagine per omicidio, un’altra per morte sospetta, in mezzo la protesta di un gruppo di detenuti della Casa circondariale di Frosinone e l’ennesimo appello delle organizzazioni sindacali a rinforzare gli organici. Ore incandescenti nella casa circondariale di via Cerreto, dove nella tarda mattina di lunedì si è registrato il decesso di un detenuto di 62 anni, la sera i disordini nella quinta sezione e nel frattempo è arrivata la notizia dell’inchiesta per omicidio relativa alla morte di Manuel Pignatelli, 34 anni di Pontecorvo.
Partiamo proprio da qui: Pignatelli è morto il 12 maggio scorso mentre scontava un residuo di pena dopo essere stato in un centro per il recupero dei tossicodipendenti fuori regione. A presentare denuncia sono state la madre e la sorella del 34enne, assistite dall’avvocato Emanuele Carbone: spiegano che Manuel era uscito dalla Comunità di recupero ormai disintossicato e che in carcere era andato per chiudere i conti di una vecchia condanna di pochi mesi. Hanno segnalato alla procura del capoluogo una serie di anomalie. Che hanno portato il sostituto Adolfo Coletta a rubricare il reato di omicidio a carico di ignoti e disporre gli approfondimenti. Dopo il decesso era stata già effettuata l’autopsia, come accade quando la morte avviene in ospedale per fugare ogni dubbio. A riguardo si attende il deposito della perizia, ma nel frattempo c’è questo fascicolo contro ignoti attraverso il quale provare a dare una risposta alla madre e alla sorella.
Lunedì mattina, invece, è morto un detenuto di 62 anni e anche in questo caso è stata disposta l’autopsia. Secondo i primi riscontri, com’era stato nel caso di Pignatelli, si tratta di un decesso per cause naturali, ma il sostituto procuratore Samuel Amari ha disposto l’esame medico legale.
Nella serata di lunedì, poi, è scattata la protesta nella quinta sezione. Due organizzazioni sindacali (Cisl e Sappe) hanno messo insieme gli episodi ma quanto accaduto nella quinta sezione non c’entra con il decesso, stando agli accertamenti della polizia penitenziaria. Sono episodi scollegati tra loro, ma resta la tensione che si registra in via Cerreto. Tutto sarebbe nato dalle richieste di avere dei farmaci inevase, circostanza che però non trova riscontro ufficiale.
Cinque-sei detenuti hanno rotto le telecamere, i vetri blindati del corpo di guardia e il vetro della porta blindata di ingresso, le luci del corridoio, hanno allagato la sezione utilizzando gli idranti e hanno tentato di sottrarre le chiavi all’agente. Sono state ore di tensione e la situazione è tornata alla normalità solo in nottata. “Grazie al “gruppo intervento” è stato possibile ripristinare l’ordine” - affermano dalla Cisl, sottolineando le carenze di organico: “Attualmente vi è un solo comandante - denunciano Enrico Coppotelli e Massimo Costantino - ed è gravissima la carenza di personale in ambito regionale che è di - 652 unità mentre a Frosinone -27 secondo il DAp ma effettivamente ne mancano 100 - il tasso di sovraffollamento è al 127%”. Per il Sappe: “Ancora una volta grazie al personale di polizia penitenziaria di Frosinone si è ripristinato l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto. Denunciamo da tempo - dice Donato Capece - la situazione insostenibile delle carceri regionali, ma chi dovrebbe intervenire e tutelare continua a tacere ed a restare inerme”.