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Il Dubbio, 28 giugno 2024

Anastasìa: “Fate la cosa giusta, altrimenti sarà un’estate di lacrime e dolore”. Il Garante del Lazio: “Quel poco che sentiamo non ci piace: nuovi reati, pene più alte, l’idea che la sofferenza e le proteste in carcere si affrontino con le maniere forti”. "Non sapremo mai se si è trattato di un suicidio o di una morte accidentale, dovuta all’abuso dell’inalazione del gas, dunque se si è trattato di un suicidio volontario o di un suicidio involontario, ma sempre e comunque di un suicidio si è trattato, di un ragazzo poco più che ventenne, detenuto in attesa di giudizio, con problemi di salute mentale (nelle scorse settimane era stato ricoverato in ospedale per un trattamento sanitario obbligatorio).

E nel frattempo tutto tace e quel poco che sentiamo non ci piace: nuovi reati, pene più alte, l’idea che la sofferenza e le proteste in carcere si affrontino con le maniere forti: ordine, disciplina e ulteriori punizioni”. Così in una nota il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, alla notizia che un giovane detenuto è morto ieri nel carcere di Frosinone, dopo aver inalato il gas della bomboletta da campeggio che aveva in cella.

“Da settimane - prosegue Anastasìa - il governo annuncia un decreto che non c’è e, se ci sarà, non cambierà le cose. È urgente, invece, un provvedimento deflattivo, che riduca la popolazione detenuta agli autori dei reati più gravi, nel numero adeguato non solo agli spazi detentivi (nelle ultime settimane abbiamo ricominciato a vedere i materassi per terra, di quelli che non riescono ad avere neanche una branda su cui metterlo), ma anche al personale in servizio che, se va bene, potrebbe gestire 40-45mila detenuti, non i 61mila che ce ne sono ora”.

“Tutti gli addetti ai lavori, dai magistrati di sorveglianza al personale penitenziario, anche di polizia, dai garanti agli avvocati, sanno che solo un provvedimento di amnistia e indulto, limitato ai reati puniti fino e ai residui pena inferiori ai due anni, potrebbe ristabilire in tempi rapidi condizioni di vita e di lavoro dignitose in carcere, ma il governo si sottrae anche alla minima proposta dell’on. Giachetti di aumentare i giorni di liberazione anticipata ai detenuti che sono stati disponibili alle offerte trattamentali dell’amministrazione penitenziaria. Se continuiamo così – conclude Anastasìa - sarà un’estate di lacrime e dolore. Mettetevi una mano sulla coscienza e fate la cosa giusta, prima che sia troppo tardi”.

Il drammatico racconto degli agenti penitenziari

Parla Gennarino De Fazio: “Ha messo fine alla sua brevissima vita ieri pomeriggio, poco prima delle 15.00, nella sua cella dov’era detenuto inalando gas dalla bomboletta di campeggio”. Solo ieri avevamo raccontato del 47esimo suicidio in carcere, oggi il bilancio è ancora più tragico. A comunicarlo è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. “Aveva solo 21 anni, nato in Italia di seconda generazione, ha messo fine alla sua brevissima vita ieri pomeriggio, poco prima delle 15.00, nella sua cella dov’era detenuto nel carcere di Frosinone inalando gas dalla bomboletta di campeggio. Diversamente che in altre circostanze in cui lo scopo è sembrato essere quello di ‘sniffare’ il gas, in questo caso tutto lascerebbe pensare a un suicidio.

È il 48esimo dell’anno, il terzo in poco più di 24 ore, in una tragica e spaventosa sequenza. Ai suicidi dei reclusi vanno peraltro aggiunti quelli dei poliziotti penitenziari, ben 4 nel 2024. Una strage senza fine e senza precedenti. Ci chiediamo come facciano a prendere sonno coloro che ne hanno, innegabilmente, la responsabilità politica e morale”. dichiara il sindacalista penitenziario.

“Tante morti e, in generale, tanti eventi disfunzionali non si erano mai visti nelle carceri almeno negli ultimi 30 anni. Se, come temiamo, non si invertirà il trend, a fine anno si batterà ogni record, superando anche il numero di morti del 2020, quando ci furono le rivolte conseguenti alla pandemia da coronavirus. Nei penitenziari, la vera pandemia è oggi. La pandemia dell’indifferenza o, per dirla in termini più coloriti, del menefreghismo”, rincara la dose il Segretario della Uilpa PP.

“Peraltro, nella stessa sezione detentiva in cui si è verificato il probabile suicidio, poche ore dopo, verso le 18.00, alcuni ristretti hanno aggredito un operatore di Polizia penitenziaria fratturandogli un piede. Insomma, scene di guerriglia. Tutto questo mentre dal Governo si propagandano assunzioni, assolutamente vere e di cui va dato merito, peccato che non bastino a coprire gli agenti pensionati. Dunque, il personale è sempre meno, giorno per giorno, e i detenuti sempre di più. Mancano 18mila unità al fabbisogno della Polizia penitenziaria, mentre i reclusi sono 14mila oltre i posti disponibili. Una situazione folle, indegna per un paese totalitario, figuriamoci per uno che voglia definirsi democratico e civile. Non sappiamo più come dirlo, ridurre subito il sovraffollamento, assumere agenti e assicurare l’assistenza sanitaria. Non ci sono altre ricette, se non per prescrivere placebo. Non le nostre reiterate e documentate denunce, ma i fatti, e i morti, lo dimostrano. Il governo batta un colpo”, conclude De Fazio.