sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Silvia M.C. Senette

Corriere della Sera, 17 marzo 2024

“La scuola era il mio destino. Non ho mai sognato di insegnare, ma sapevo che sarebbe successo”. Inizia con una confessione “Estranei. Un anno in una scuola per stranieri” (Nottetempo, 180 pagine, 15,50 euro), il nuovo libro di Alessandro Gazzoli. Un romanzo che è il viaggio lungo un anno scolastico di un insegnante di soli alunni stranieri.

“A scuola a mia insaputa” - In attesa del Salone del Libro di Torino, Gazzoli presenta il libro mercoledì alle 19 all’Arcadia di Rovereto. “Sono venuto a Trento dalla Val Camonica nel 2005, a 19 anni, per frequentare l’università e mi sono fermato - racconta Gazzoli -. Dopo la laurea e il dottorato, sono entrato nella scuola quasi a mia insaputa”. “Quasi senza volerlo - scrive nel primo capitolo - ogni 30 e lode mi ha sospinto dentro questo collo di bottiglia dove una dopo l’altra sono cadute tutte le alternative, le ipotesi farlocche con cui un laureando in Lettere crede fino all’ultimo di poter truccare un cammino già scritto che lo riporterà inesorabilmente dentro un’aula scolastica”. Quello dell’insegnamento ai migranti, ammette l’autore, è però “un mondo a parte” rispetto al vasto universo della scuola e, per lui, era “il destino nel destino”. “Dopo un pellegrinaggio tragicomico bussando, con il curriculum in mano, a tutte le scuole private di Trento, ero stato preso come insegnante mentendo su quanto fossi cattolico e praticante - ricorda sorridendo -. Poi, tramite concorso, ero finito di ruolo in Val di Non alle medie e lì, per un susseguirsi di disguidi informatici, sono stato assegnato all’insegnamento agli adulti stranieri a Cles. È stata la mia fortuna, nonostante i colleghi mi compatissero: “Ti è andata male, ma prima o poi riuscirai ad andartene”. E invece da sei anni sono al “Pilati” e non penso minimamente di cambiare”.

Le lezioni - La mattina insegna italiano, storia e geografia in una 3° media adulti, mentre al pomeriggio tiene lezioni di italiano a corsisti dai 16 ai 65 anni provenienti da India, Pakistan, Colombia, Ucraina, Marocco e Tunisia.

“In questo contesto nasce, a febbraio, un articolo per una rivista online che giunge fino alla casa editrice Nottetempo e mi chiedono di farne un libro - ricorda lo scrittore -. Temevo di non avere abbastanza da dire, invece non riuscivo a farci stare tutto”. Il romanzo è diviso in nove capitoli tematici che seguono una scansione cronologica. ““Fuori”, “Dentro” e “Al centro” spiegano come sono giunto all’Eda di Cles - anticipa Gazzoli -. La parte centrale, invece, è divisa nei capitoli “Dio”, “Patria” e “Famiglia”, e racconta il rapporto con la religione dei miei corsisti e le discussioni di gruppo, il rapporto con la loro nazione di origine in una narrazione legata ai Mondiali di calcio che l’inverno scorso hanno visto l’exploit della nazionale del Marocco, e storie private dei miei studenti per sondare come i rapporti familiari vengono vissuti nelle varie culture”.

Il fenomeno migratorio - Temi che hanno sollevato dibattiti, talvolta accesi. Aneddoti che lo scrittore ha trasposto su carta e che sono funzionali a una narrazione ironica e pungente per stimolare una lettura critica del fenomeno migratorio. “Abbiamo un’idea stereotipata dell’emigrato; magari in positivo, dando per scontato che chi ha un’esperienza di migrazione abbia un’apertura mentale maggiore. Può invece succedere che chi si trasferisce in un altro Paese non abbia tutta questa tolleranza verso le altre culture”. In classe, però, si riscopre la volontà di confrontarsi, consapevoli che questo aiuterà l’integrazione e migliorerà la loro vita. “Gli scontri dialettici producono effetti notevoli che ho cercato di descrivere uscendo da una descrizione ideologica dell’”altro”. Ho voluto mostrare vite e caratteri, pregi e difetti, miserie e difficoltà, sgretolando l’immagine dell’immigrato come pericolo o come santino da brandire in discorsi retorici. Spero di essere riuscito a descrivere individui a tutto tondo che ci interessano in quanto esseri umani, non in quanto stranieri, massa umana in movimento da un Paese all’altro”.