di Maria Novella De Luca
La Repubblica, 10 aprile 2018
Colpevoli per "omesso ruolo di genitori". Condannati per non aver saputo educare i propri figli. E soprattutto per non averli dotati quel senso critico che permette, anche a un adolescente, di fermarsi prima di delinquere, di sbagliare, di fare del male. Può forse dividere, ma di certo fa pensare, la condanna che il giudice del tribunale di Sulmona Daniele Sodani ha deciso di infliggere ai genitori di un gruppo di ragazzi, rei di aver bullizzato in modo grave una loro coetanea.
I colpevoli, che all'epoca dei fatti erano tutti minorenni, avevano fatto girare sui social la foto nuda di una loro coetanea. I ragazzi, prosciolti in sede penale, sono stati però condannati a pagare un risarcimento di 100mila euro alla loro compagna. Ma il giudice ha chiarito che quel risarcimento lo dovranno pagare i genitori dei colpevoli.
Perché i fatti di quei giorni, "esprimono una carenza educativa degli allora minorenni, dimostratisi privi di senso critico, di capacità di discernimento e di orientamento delle proprie scelte nel rispetto altrui". Infatti, pur se adolescenti, i ragazzi, a quell'età, se ben guidati dai genitori, avrebbero potuto avere la capacità di evitare quel gioco violento. Dunque del loro comportamento sono colpevoli gli adulti.
Anche perché non tutti i giovani in possesso delle foto avevano poi deciso di divulgarle. Quindi secondo il severo giudice di Sulmona, erano stati i teenager più male-educati (dalle famiglie) a compiere il fattaccio. Ma nella lista dei "cattivi maestri" non ci sono soltanto i genitori dei "bulli", ma anche quelli della ragazza, a cui il giudice ha negato il risarcimento assai ben più alto che chiedevano.
Perché anche la madre e il padre della ragazzina si sarebbero macchiati di "omessa educazione", non avendo vigilato abbastanza sulla condotta della figlia, che aveva diffuso tra i coetanei le foto osé. Insomma è il ribaltamento del proverbio che le colpe dei padri ricadono sui figli. Ma è anche il segno di quanto il tema educazione stia diventando centrale nella giustizia minorile. Dove sempre più spesso i genitori di "ragazzi che sbagliano" vengono coinvolti dai servizi sociali nel percorso di ricostruzione della vita dei giovani.
La sentenza di Sulmona è particolare anche per un altro elemento. Il giudice, nello stabilire il risarcimento che ogni famiglia dovrà pagare, ha creato un vero e proprio tariffario. E cioè 2.000 euro per chi ha inviato il messaggio con la foto della ragazza nuda, mille per chi l'ha inviato a chi già la possedeva.