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Il Dubbio, 25 agosto 2023

Quarto giorno di disordini nella casa circondariale ligure. Ora il caos si è spostato nella sezione “Alta sicurezza”. I reclusi denunciano un peggioramento dei servizi di spesa e sopravvitto.

“Continua la protesta nel Carcere Marassi di Genova, ripresa alle 23,30 di ieri sera per il quarto giorno consecutivo, ed è durata circa un’ora. Stavolta è il reparto Alta Sicurezza dove sono ristretti detenuti per associazione mafiosa”. Lo rende noto il Segretario Regionale della Uil Pa Penitenziaria, Fabio Pagani, che precisa: “La protesta continua e non ci sembra che ci siano stati risvolti positivi in merito al servizio (Spesa e sopravvitto), anzi sembra che a peggiorare la situazione sia anche la carenza di fondi per l’acquisto di materiale (elettrico, di muratura, mancano addirittura le lenzuola per il cambio), ovvero sembrano esauriti i fondi per la mOF (Manutenzione Ordinaria Fabbricati)” commenta Pagani.

“La situazione di degrado e di pericolo per l’incolumità degli operatori che si registra negli istituti penitenziari del Paese è davvero inaccettabile e giunta a un punto di non ritorno se non si avvia immediatamente un piano di manutenzione straordinaria delle strutture. Il Carcere di Marassi rischia di restare con le celle inagibili considerato l’esaurimento di quei fondi per acquistare il materiale per la manutenzione, inoltre le lenzuola, che permettono il cambio e l’igiene sembrano essere esaurite, due i detenuti a Marassi isolati per scabbia”, aggiunge Pagani.

“Dopo dieci mesi dall’insediamento del governo Meloni e, con esso, del Ministro della Giustizia, la verità è che la situazione carceraria continua a degenerare giorno dopo giorno ed è a un passo dalla capitolazione definitiva anche per i tagli apportati con la legge di bilancio dello scorso anno. Il Ministro, quando pensa al riutilizzo delle caserme in disuso, dovrebbe specificare con quale personale, atteso che alla sola Polizia penitenziaria mancano 18mila unità e di assunzioni straordinarie utili a invertire la rotta del decremento non se ne vedono”, conclude Pagani.