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di Sara Erriu

Corriere della Sera, 3 dicembre 2023

Arriva a Genova il 5 dicembre la “Biblioteca vivente”. “Le persone sono mondi che si incontrano”: migranti, ex detenuti, malati. Promuovere il rispetto, praticare la solidarietà, incoraggiare il riscatto sociale attraverso la condivisione e l’empatia. I libri di una biblioteca vivente (o umana) fanno proprio questo. Non si sfogliano, ma si interagisce con loro e ci si emoziona insieme.

Occhi negli occhi, i libri umani si mettono a nudo per raccontare la propria storia di vita, a contatto con l’emarginazione, la malattia - mentale o fisica -, con orientamenti religiosi o sessuali diversi. Tutto questo grazie a un patto limpido con il lettore: la fiducia. Il coraggio di confidare la propria esperienza a uno sconosciuto deve infatti essere proporzionale alla disposizione all’ascolto, senza pregiudizi. Non bisogna mai dimenticare che di fronte si ha una persona che decide di condividere con un estraneo il proprio vissuto personale, spesso delicato, talvolta persino traumatico.

La prima biblioteca vivente è nata con cinquanta “titoli” nella primavera del 2000 a Copenaghen, in Danimarca, a opera di Ronni Abergel, con l’aiuto del fratello e di due colleghi. Consapevole del grande potenziale dell’iniziativa, Ronni - dopo il primo evento - ha fondato la Human Library Organization e portato in giro per il mondo l’iniziativa. Ha contribuito a formare nuovi organizzatori locali, a pianificare altri incontri, a cercare realtà e autorità interessate. In ventitré anni di vita, il progetto è riconosciuto dal Consiglio d’Europa e si è esteso toccando ottantacinque Paesi, tra cui l’Italia, in tutti i continenti - Asia, Africa, Australia, Nord e Sud America, Europa.

Milano, Varese, Trento, Pesaro sono state le prime città che hanno aderito all’iniziativa e che, tra questo e lo scorso anno, hanno messo in connessione persone e storie distanti che altrimenti non avrebbero avuto nessuna occasione per conversare così apertamente. I libri umani hanno raccontato la loro esperienza di carcerati, come rifugiati, con la disabilità, ma anche storie di generazioni, con la partecipazione di giovani e anziani.

Sull’onda della buona riuscita di queste esperienze, il 5 dicembre arriverà una nuova biblioteca vivente. Sarà allestita nel capoluogo ligure, nell’ambito di Genova Capitale italiana del libro 2023. Il primo appuntamento è alla biblioteca Berio (dalle 17 alle 20) con All - ABCittà Living Library, poi seguiranno altri cinque incontri di “lettura” in diversi luoghi della città tra cui il Mercato Orientale, che ospiterà l’iniziativa conclusiva il prossimo 20 gennaio (dalle 15.30 alle 18.30).

Per “sfogliare” i libri umani basterà recarsi nei siti adibiti e prenotare una consultazione scegliendo un titolo disponibile. Tra i precedenti si ricordano: Solo un dettaglio di Stefano, Il figlio raccolto di Fanny, Gli occhi degli altri di Diego. A suggerire dettagli in più su ogni storia sarà una “quarta di copertina” che anticipa la tematica trattata. Come in ogni biblioteca, poi, anche qui si potrà essere aiutati da un bibliotecario, che spiegherà ai nuovi utenti il funzionamento dell’iniziativa e le regole da rispettare o indirizzerà la persona al libro più adatto secondo le proprie sensibilità. Chiunque, in ogni caso, può scegliere se ascoltare una storia più vicina al proprio vissuto personale, così da creare un legame più stretto e intimo con il “libro”, oppure se spaziare tra i “generi”, scoprendo nuove realtà e modi di pensare.

Durante l’incontro, che durerà circa mezz’ora, il lettore-ascoltatore potrà porre domande e alla fine scrivere una recensione del racconto. Il progetto è curato dell’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Genova, dal Teatro Pubblico Ligure ed è guidato dalla direzione artistica di Sergio Maifredi. “Fermarsi a parlare con persone che non conosciamo - dichiara l’assessore Francesca Corso - può contribuire a superare pregiudizi e a formare una coscienza personale libera da banali giudizi e discriminazioni”. Aggiunge Maifredi che è come tornare al teatro originale, “alla sua identità primordiale e più autentica: spogliarsi di tutto e raccontarsi a un’altra persona è la condizione di Odisseo che arriva nudo all’Isola dei Feaci e si presenta, dopo avere perso tutto, ad Alcinoo. Ognuno è salvo finché ha una storia da raccontare”.

Portare a Genova una biblioteca vivente significa creare una nuova occasione per connettere persone e promuovere il dialogo, per affrontare gli stereotipi e sfidare i pregiudizi più comuni, oltre che per prevenire i conflitti. Allo scopo di raggiungere questi (ambiziosi) obiettivi vengono coinvolti numerosi volontari che, per diventare libri umani, hanno seguito un corso di formazione specifico con gli esperti di ABCittà, cooperativa sociale attiva in Italia dal 1999. Se abbiamo la pazienza di osservare il resto del mondo, oggi la biblioteca umana - human library -è una realtà consolidata e versatile: per fare soltanto due esempi, negli Stati Uniti gli studenti di medicina della Thomas Jefferson University ne fanno attivamente parte, mentre in Danimarca è considerata parte della formazione per i nuovi assistenti sociali presso l’Institute of Social Work di Copenaghen.