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di Erica Manna

La Repubblica, 23 maggio 2023

L’omaggio dei detenuti: un murale lungo 12 metri nello stile dell’artista americano, simbolo di libertà. I personaggi stilizzati e iconici di Keith Haring varcano le mura del carcere di Marassi. Attraverso una mostra, nelle sale di quel teatro che è unico in Europa: il primo costruito da zero - insieme ai detenuti stessi - all’interno di una casa circondariale. Ma non solo: perché su quel muro che separa il dentro dal fuori, proprio di fronte al Teatro dell’Arca, un gruppo di detenuti sta realizzando un murale di dodici metri per sei nello stile dell’artista statunitense. A coordinarli, studenti e docenti dell’Accademia Ligustica di Belle Arti.

“Un modo per creare una prosecuzione ideale della mostra: una volta conclusa l’esposizione, resterà il murale - spiega Mirella Cannata, presidente e anima dell’associazione Teatro Necessario Onlus, progetto che dal 2005 con la Compagnia Scatenati ha coinvolto oltre quattrocento detenuti sul palcoscenico, nella veste di attori e tecnici, ricevendo otto medaglie del presidente della Repubblica - il progetto, sostenuto da Compagnia di San Paolo, è nato perché siamo stati contattati da Elv-Culture of innovation, organizzazione culturale di Milano: l’idea è quella di mettere a punto diversi eventi collegati tra loro. Per far entrare l’arte e la cultura in luoghi alternativi. E rendere meno spesse le mura che separano il dentro e il fuori”.

Sono due detenuti, a fare da guida alla mostra dedicata a Haring e a raccontare la vita e la poetica dell’artista che ha realizzato i suoi graffiti nella metropolitana, sui muri delle città, sugli spazi pubblicitari vuoti. Sono quindici le opere in esposizione sulle pareti e sul palcoscenico del Teatro dell’Arca: che per l’occasione si apre all’esterno, la mattina dalle 9 alle 12 per le scuole e la sera dalle 17 alle 20 per il pubblico generico. E il 23 maggio dalle 18 alle 20 è in programma una conferenza organizzata dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti “Progettare gli spazi della pena secondo Costituzione” aperta a studenti e pubblico, con la direttrice del carcere di Marassi Tullia Ardito, l’architetto Cesare Burdese e il professor Andrea Franco del Politecnico di Milano). “Altri detenuti, intanto, stanno realizzando borse e magliette con il disegno che sta prendendo vita sul muro - continua Mirella Cannata - stampate artigianalmente nel laboratorio di serigrafia della sezione di Alta Sicurezza gestito dall’associazione Bottega Solidale all’interno della casa circondariale”.