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genovatoday.it, 20 aprile 2024

Per la prima volta la “Biblioteca vivente” è arrivata nel carcere di Marassi: a diventare “libri umani” 12 detenuti che hanno raccontato le loro storie: “In carcere impari a fare i conti con te stesso e capisci che l’unica cosa veramente importante sono i propri cari”. Il libro di Franco (nome di fantasia) si chiama “La frenata”, come quella brusca che gli ha imposto il carcere costringendolo a fermarsi, trovando davanti a sé lunghe giornate per pensare e ripensare alla sua vita. Ma non è un libro che si sfoglia: la trama la racconta vis à vis direttamente lui, ex consulente finanziario di 60 anni che non vedeva estranei - a parte gli altri detenuti e la polizia - da quando nel 2019 è stato arrestato.

Franco, come altri 11 detenuti, ha preso parte giovedì 18 aprile alla “Biblioteca vivente”, progetto del Comune di Genova (assessorato alle Pari Opportunità) e del Teatro Pubblico Ligure, con la collaborazione di ABCittà. Se gli altri appuntamenti si erano svolti in luoghi normalmente aperti al pubblico, questa volta a raccontare la propria storia sono stati i detenuti di Marassi, nella cornice del Teatro dell’Arca interno al penitenziario.

La storia di Franco: “In carcere impari a fare i conti con te stesso” - La voce di Franco è emozionata: “Alcuni di noi - spiega - parlano per la prima volta dopo anni e anni con persone che arrivano dal mondo esterno. Chi vive fuori non se ne rende conto, ma noi parleremo di questo evento per mesi. All’inizio non pensavamo che avremmo avuto questa opportunità”. La vita del 60enne si divide in due: prima le giornate frenetiche, il lavoro, la famiglia con la compagna e i figli. Poi i guai con la giustizia e l’arresto. E il carcere con la sua “frenata”: “Quando entri ti trovi improvvisamente in una dimensione senza tempo, di solitudine, con le giornate vuote, e allora pensi. Impari a fare i conti con te stesso, cosa mai fatta prima. Quante volte mi sono chiesto dove volessi arrivare, perché ho rovinato tutto. Credo che il carcere cambi profondamente la visione delle cose: prima si pensa alle comodità della vita, agli agi, agli sfizi. Poi impari a capire cos’è veramente importante quando ti manca: i propri cari, non c’è altro”. Franco non sa cosa farà quando uscirà, ma una cosa è certa: “Mi piacerebbe dedicarmi al sociale, come molti altri detenuti che stando qui hanno imparato una lezione di vita potente e terribile”.

La “Biblioteca vivente” torna in carcere l’8 giugno - La “Biblioteca vivente” si basa sul percorso di vita di volontari (in questo caso detenuti) che viene raccontato come un libro a chi vuole ascoltarli: aneddoti da cui partono riflessioni e pensieri su temi sociali per combattere pregiudizi e discriminazioni, per ritrovare il contatto umano e il confronto e infine per entrare in contatto con realtà sconosciute. Quella del carcere, nella fattispecie, ha destato particolare interesse, con almeno cinquanta persone in tre ore, arrivate - dopo essersi registrate e aver lasciato borse e cellulari rigorosamente all’ingresso - per ascoltare i “libri umani”. C’è chi è uscito con le lacrime agli occhi, chi comunque è rimasto toccato dall’esperienza, chi ha voluto lasciare una recensione nell’apposito spazio, proprio come si fa con i libri veri.

“Siamo stati molto contenti di partecipare a questa iniziativa quando siamo stati contattati dal Comune - spiega Tullia Ardito, direttrice del carcere -. I detenuti hanno potuto confrontarsi con il mondo esterno e crediamo che anche i lettori siano stati toccati dalle loro storie”. “Abbiamo voluto portare i cittadini genovesi all’interno del carcere per ascoltare delle storie di persone con un passato che le ha condotte fino a qui - dice Francesca Corso, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Genova -. L’obiettivo è capire che tramite l’ascolto si può evitare di giudicare a prescindere chi si ha davanti”. “Portare la ‘Biblioteca vivente’ è stato un processo complesso - conferma Ulderico Maggi, responsabile Biblioteca vivente (ABCittà) - in cui anche i detenuti si sono aiutati tra di loro a individuare la propria narrazione: è un processo che ha fatto bene a tutti, ai ‘libri’, ai ‘lettori’ e al personale”. La prossima - e ultima - data della “Biblioteca vivente” nel carcere di Marassi è l’8 giugno dalle 15,30 alle 18,30: le prenotazioni devono pervenire entro il 25 maggio a questo link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfgrhT4J5QsTUtNB7CXpDUicmVXE1l_LFJVNv92E-j_-S6X3w/viewform