di Stefano Origone
La Repubblica, 14 gennaio 2015
Un detenuto nigeriano ha aggredito il suo compagno di cella. La Uil Penitenziari denuncia: sovraffollamento e carenza di agenti penitenziari. È avvenuto nei pochi metri quadrati di un "cubicolo", una cella 'microscopica' dove i due sono rinchiusi nel carcere di Marassi. Un detenuto nigeriano ha aggredito il suo compagno di cella, un romeno, staccandogli a morsi un orecchio.
Vecchi rancori, ma soprattutto la rissa senza esclusioni di colpi è avvenuta a causa del sovraffollamento che da anni colpisce il carcere e che ha raggiunto numeri da record. "Sono presenti circa 700 detenuti - denuncia Fabio Pagani, segretario regionale del sindacato Uil Penitenziari - su una capienza di 450".
Uno scenario che si ripete con inquietante continuità. "Le nostre prigioni sono gironi infernali, in cui il personale di polizia penitenziaria deve lavorare rischiando la propria incolumità. Voglio ricordare che lavorano 290 poliziotti su un organico previsto di 410". Detenuti costretti a vivere in celle in cui i letti a castello toccano i soffitti. "Occorre restituire dignità non solo a chi nelle carceri lavora, ma anche ai detenuti, ammassati in spazi disumani".