sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Paolo Valentino

Corriere della Sera, 25 settembre 2023

Crosetto: “Dovrebbero stare accanto alle nazioni amiche”. Tajani vola a Parigi. Macron: “Roma va aiutata”. Non si ferma la polemica tra Italia e Germania sulla questione del finanziamento delle Ong da parte del governo di Berlino. L’accusa di non essere un Paese amico dell’Italia, lanciata alla Germania dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, suscita “stupore” nel governo tedesco, dove fonti autorevoli fanno solo notare che gli aiuti alle organizzazioni umanitarie fanno parte non da ora della “raison d’être” della politica estera tedesca. E che dunque i finanziamenti decisi per la Comunità di Sant’Egidio e per Sos Humanity “non sono un’anomalia e non hanno alcuna ispirazione o intendimento anti-italiano”.

Sul piano ufficiale, il ministero degli Esteri di Berlino ricorda attraverso un portavoce che i due provvedimenti traducono in pratica una decisione del Bundestag, conosciuta da tempo, e il cui obiettivo è “favorire il salvataggio civile in mare così come i progetti a terra per le persone salvate”.

Quanto alle dichiarazioni di Crosetto, l’Auswärtiges Amt (il ministero degli Esteri federale), in una dichiarazione all’Ansa, sottolinea che “salvare le persone che annegano è dovere giuridico, umanitario e morale” e che “come le guardie costiere nazionali, in particolare quella italiana, anche i soccorritori civili nel Mediterraneo centrale svolgono un compito di salvataggio delle persone in difficoltà con le loro imbarcazioni”. Il ministero aggiunge che il governo tedesco “si sta impegnando a fondo per riformare il sistema europeo comune di asilo in modo sostenibile e solidale”.

La replica di Crosetto è stata: “Anche l’Italia salva, e ha salvato, migliaia di persone, anche senza l’aiuto delle Ong”, i cui interventi, secondo il ministro, costituiscono appena il “5% del totale dei salvataggi”. “Occorrerebbe piuttosto stare accanto alle nazioni amiche”, ha poi aggiunto il ministro, invitando piuttosto Berlino ad appoggiare “quello che chiamiamo “piano Mattei” per l’Africa”.

Ieri il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha rinnovato le critiche a Germania e Francia. Questa mattina sarà a Parigi, dove incontrerà la sua collega Catherine Colonna, alla quale dirà che “a Ventimiglia Parigi sbaglia”. Giovedì, poi, Tajani si reca a Berlino dove incontrerà la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock”.

A sostegno dell’Italia, proprio da Parigi, è intervenuto il presidente Emmanuel Macron. Sul tema dei migranti “noi dobbiamo giocare il nostro ruolo come europei ed aiutare gli italiani, non possiamo lasciarli da soli”, ha detto in un’intervista a BfmTv. “Alla presidente del Consiglio italiana” Giorgia Meloni, ha aggiunto “voglio proporre di aumentare i fondi destinati ai Paesi di transito”, a partire da Tunisia e Algeria. Meloni ha subito risposto: “Accolgo la proposta. Italia, Francia e Ue devono agire insieme per sostenere gli Stati di origine dei migranti e smantellare le reti dei trafficanti”. Macron, poi, riferendosi a quella che era sembrata una critica di Francesco alla Francia sulla gestione di Ventimiglia, ha chiarito come il Pontefice abbia “ragione a fare il suo appello contro l’indifferenza” ma “noi francesi facciamo la nostra parte, non possiamo accogliere tutta la miseria del mondo”.

Da Berlino, tuttavia, si fa osservare che i migranti non arrivano tutti in Italia e che la pressione è fortissima anche alle frontiere tedesche dalla rotta balcanica da cui arrivano ondate di profughi da Siria, Afghanistan e altri Paesi. Nei primi 8 mesi di quest’anno la Germania ha avuto oltre 200 mila richieste di asilo. Saskia Esken, la presidente della Spd, il partito del cancelliere Scholz, ha detto che in realtà “la Germania si prende molta più responsabilità di quanto debba” e che buona parte dei migranti che arrivano in Italia via mare “non viene regolarmente registrata” e viene invece “messa sulla strada per la Germania”. Secondo Esken, la soluzione è un rafforzamento di Frontex, con nuove regole d’ingaggio, insieme con i partner dell’Ue.