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di Nicola Boscoletto*

Corriere della Sera, 20 settembre 2023

Cara Elisabetta, in occasione della giornata dell’Alzheimer, il 21 settembre prossimo, vorrei affrontare il tema con una provocazione che in realtà è una sfida da continuare. Spesso si pensa che per chi ha una perdita di memoria sia impossibile condurre una vita dignitosa; invece questa possibilità esiste tramite percorsi mirati.

Ne erano già convinti i responsabili di Opsa (Opera della Provvidenza S. Antonio di Rubano, Padova) quando agli inizi del 2000 realizzarono il Centro Servizi per malati di demenza, prevedendo per loro una struttura adeguata all’accompagnamento nel percorso di vita, tra cui le aree verdi. Come cooperativa Giotto accettammo la sfida progettando tre Giardini Terapeutici con le poche conoscenze di allora. Cinque anni fa abbiamo deciso di riprendere la sfida con due progetti, spinti dai progressi degli studi in materia.

Il progetto Esperide ha rilevato caratteristiche, metodi e strumenti per la fattibilità e sostenibilità dei Gt, mentre il progetto Verbena, nato dalla sinergia tra Giotto, Università di Padova e Centro Servizi, ha indagato in due anni di sperimentazione i contenuti terapeutici, in particolare i criteri per la progettazione. Verbena ha messo in luce che i Gt producono benefici significativi: i pazienti tendono a ricordare di più il passato, a riconoscere di più le persone, ma anche a essere meno ansiosi, meno depressi e meno agitati e con meno farmaci.

Ora crediamo sia importante proseguire con nuovi studi, ma soprattutto avviando un iter formale per giungere a un riconoscimento reale dei percorsi di cura non farmacologici. Si tratta di un intervento di politica sociale pubblica, necessario per dare risposte concrete per il miglioramento della vita di chi affronta un problema come l’Alzheimer che coinvolge anche familiari e operatori. Sarebbe utile un indirizzo nazionale concordato con le regioni per orientare in modo corretto l’affronto di una malattia che deve uscire dal silenzio che la circonda.

*Giotto Cooperativa Sociale, Padova

Risponde Elisabetta Soglio

Caro Nicola, volentieri ospitiamo questa importante testimonianza nell’approssimarsi della Giornata sull’Alzheimer. Anzitutto perché voi siete la conferma (ennesima) che il Terzo settore in Italia, anche su temi così complessi e delicati, sta dando continua prova di capacità sperimentale e innovativa, maturando competenze riconosciute anche a livello scientifico e internazionale. Siete la prova di un saper fare che toglie al Terzo settore l’immagine dei “buoni” regalandoci invece quella dei “capaci”: di quelli cioè che mettono al centro del loro agire l’attenzione alla persona preservandone sempre la dignità e rincorrendo soluzioni che valorizzino le capacità di ciascuno. Questa è l’autentica ricerca di bene comune, capace, per citare il professor Stefano Zamagni, di generare bene condiviso.