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di Anna Lombardi

La Repubblica, 10 dicembre 2022

Una marcia per i diritti umani in Iran: e non solo. È quella organizzata dal Partito Radicale stamattina a Roma (appuntamento alle 10 in Piazza dalle Repubblica) in sostegno della protesta contro il regime iraniano, e di tutti i popoli vessati da invasori o governi anti democratici, dall’Ucraina all’Afghanistan. Cui farà seguito domenica 11 alle 20.30 una serata Una serata in onore delledonne iraniane. Domani, alle20.30, il Teatro Franco Parenti di Milano, in collaborazionec on “la Repubblica” e “Linkiesta” organizza l’evento “Donna, Vita, Libertà. Al fianco del popolo iraniano”. Sono previsti interventi e testimonianze dopo la proiezione del film “Climbing Iran”.

Sì perché nel 2021 - lo ricorda Amnesty International che ha invece organizzato un evento pomeridiano al Maxxi di Roma - “in almeno 67 stati sono state promulgate norme che hanno inciso negativamente sulla libertà d’espressione, associazione e manifestazione pacifica mentre in 85 stati è stato fatto uso eccessivo o non necessario della forza per disperdere proteste”. Sono solo due dei tanti appuntamenti che si terranno oggi in Italia e nel mondo in occasione di quel World Human Rights Day istituito dalle Nazioni Unite nel 1950, per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea Generale della Dichiarazione universale dei diritti umani adottato il 10 dicembre 1948 a Parigi. Un documento che ha fatto da apri pista a molte conquiste civili dal dopo guerra in poi. E pure da background ideale alla Carta dei diritti fondamentali della Ue, che con il Trattato di Lisbona ha assunto lo stesso valore giuridico dei trattati.

Garanzia di concetti basilari e universali come libertà e uguaglianza, ma pure dei diritti individuali. Ispirando tutt’oggi benefici come il certificato di genitorialità appena proposto dalla Commissione Ue per impedire le discriminazioni verso i figli di coppie dello stesso sesso all’interno dell’Unione Europea, che allargherà così i diritti delle coppie arcobaleno favorendone il riconoscimento negli Stati membri. O la legge approvata ieri in Portogallo che depenalizza l’eutanasia stabilendo la non punibilità se a prendere la decisione è una persona “seria, libera e lucida in situazione di grande sofferenza”. E pure, dall’altra parte dell’Oceano, quella Respect for Marriage Act che è la norma bipartisan per blindare il matrimonio gay nel timore che la Corte Suprema a maggioranza conservatrice potesse annullarlo: “Passo cruciale per garantire che tutti gli americani abbiano il diritto di sposare chi amano”, l’ha definito il presidente Joe Biden.

Difesa di diritti fondamentali, su cui in Italia, restiamo indietro. La fine repentina della legislatura ha infatti fatto decadere proposte di legge non approvate come lo “Ius Scholae” che era approdato alla Camera sostenuto da Pd, M5S e parte di Forza Italia e mirava a riconoscere la cittadinanza italiana ai giovani migranti nati in Italia o arrivati prima del compimento dei 12 anni che avessero frequentato almeno 5 anni di scuola nel nostro Paese. E poi la legge sul Fine Vita sollecitata pure dalla Consulta che ora M5s e Pd sono tornati a presentare - con due proposte distinte - a Camera e Senato. Senza dimenticare quel DDL Zan che chiedeva di inasprire le pene contro i crimini omobitransfobici, affossato in Senato con l’aiutino di Italia Viva. Tutte norme cui l’attuale maggioranza è ostile.