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redattoresociale.it, 9 ottobre 2023

In pochi hanno accesso alle cure: secondo la Asl Roma 2, la più grande d’Italia, sono 900 mila le persone con disturbi che fanno riferimento ai centri di salute mentale. Un fenomeno in aumento specialmente tra i giovani. Lo psichiatra Vento: “Ecco i segnali d’emergenza”. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, nel corso del 2023, si stima che circa un miliardo di individui in tutto il mondo, cioè una persona su otto, stiano affrontando disturbi mentali. In Italia sarebbero 4,5 milioni le persone con problemi di salute mentale.

Solo circa 900 mila fanno riferimento ai centri di salute mentale. Un fenomeno in aumento specialmente tra i giovani: nella fascia 15-19 anni il suicidio risulta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Ad aumentare il disagio negli ultimi tre anni il Covid, la guerra, la crisi economica e l’inflazione.

A lanciare l’allarme Alessandro Vento, psichiatra dell’Asl Roma 2, la più grande Asl d’Italia. L’esperto segnala quando allarmarsi e rivolgersi ad uno specialista e come prevenire il disagio mentale. Organizzata dalla Asl Roma 2 Romens, il Festival della Salute Mentale, è un evento annuale che si tiene a Roma con conferenze, workshop, spettacoli artistici e musicali, attività ricreative. Il festival, dal 3 al 10 ottobre 2023, è organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Roma 2 si concentra sulla promozione della consapevolezza e della comprensione della salute mentale e ha lo scopo di abbattere il pregiudizio, lo stigma e la diffidenza verso la malattia mentale.

Quali sono i campanelli d’allarme per quanto riguarda la salute mentale?

“Nelle fasce d’età giovanili i principali campanelli d’allarme sono il ritiro scolastico e il calo di funzionamento. Un ragazzo che prima andava a scuola e poi comincia a non andarci rappresenta un segnale di allarme. Questo può riguardare anche altre attività come, ad esempio, smettere di frequentare un’attività sportiva. Il calo del funzionamento globale, questo è un campanello d’allarme molto importante e da tenere in forte considerazione. Questo poiché di solito tutte le malattie psichiatriche e anche tutte le problematiche relative alle dipendenze di alcol, cannabis e droghe varie, si mostrano con questi primi segnali, con il calo del funzionamento. Possono presentarsi altre manifestazioni che hanno a che fare con l’alterazione dell’umore: per esempio l’irritabilità, la disforia, rispondere male, rompere oggetti, aggressività, ecc. Molto importanti i sintomi che riguardano il sonno: non dormire la notte o fare incubi ci fanno pensare a problematiche psicologiche o psichiatriche che riguardano in generale la qualità del sonno. Per quanto concerne una persona con una storia psichiatrica pregressa, dobbiamo distinguere i sintomi che variano a seconda del tipo di malattia. Nella depressione i segnali di allarme saranno di un tipo, nel disturbo bipolare ci potrebbero essere campanelli di allarme di tipo maniacale, nella schizofrenia ci possono essere di tipo psicotico, ecc. Molto spesso la riacutizzazione della malattia in questi pazienti si nota con la sospensione della cura, in momenti di particolare stress o nei momenti nei quali la persona rimane isolata. L’isolamento sociale rappresenta un grande fattore di rischio per questi pazienti”.

Come sapere se rivolgersi ad uno psicoterapeuta o a uno psichiatra in caso di necessità?

“Il riferimento primario è il medico generale di famiglia. Si può partire da qua per chiedere dei consigli iniziali. È bene sapere che per effettuare una diagnosi più completa e per la prescrizione di farmaci il riferimento è lo psichiatra. Viceversa, per affrontare dei temi di disagio soggettivo, psicologico, che non impattano su funzioni varie di tipo biologico, lo psicologo può essere una buona risorsa”.

Cosa fare in caso di emergenza?

“In caso di emergenza bisogna recarsi all’ospedale. Se si è conosciuti, ci si può rivolgere al proprio Centro di Salute Mentale. Quello che noi facciamo come servizio Asl è un lavoro di pianificazione con degli appuntamenti, con un flusso di lavoro costante, che ci permette di seguire il paziente nel corso del tempo”.

Quali sono le buone pratiche per tutelare la salute mentale?

“Le buone pratiche che accompagnano una buona salute mentale vengono dall’infanzia. Si parte dalle corrette pratiche dei genitori verso i figli, delle quali noi facciamo promozione di salute, psicoeducazione e insegniamo alle persone a comportarsi con dei corretti stili di vita. Se i bambini sono allevati bene dal punto di vista educativo: nell’interazione, nel sonno, se sono amati, e una serie di criteri di questo tipo, verosimilmente svilupperanno meno malattie mentali. Ovviamente ci può essere una base genetica di partenza. In questo caso si opera attraverso la prevenzione, colloqui di supporto e operazioni che bilanciano la componente biologica. Per tutelare la propria salute mentale è bene evitare l’uso di alcol, cannabis, sostanze psicoattive. Se ad un individuo con predisposizione genetica a disturbi mentali, si aggiunge una famiglia non educativa, fa uso di sostanze stupefacenti, è molto più probabile che sviluppi un disturbo psichiatrico rispetto ad un individuo che non ha queste caratteristiche. Parliamo di malattie multifattoriali, su un modello che si chiama bio-psico-sociale”.