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di Lorenza Pleuteri

Ristretti Orizzonti, 5 luglio 2022

Un femicidio ogni due giorni, a giugno. Il numero di donne uccise che, nell’ultimo bimestre, supera il numero degli uomini ammazzati (23 a 19).

Quindici nomi, 15 volti, 15 storie sbagliate. Nevila Pjetri di 35 anni, Camilla Bertolotti di 43 anni, Gabriela Genny Serrano di 36 anni, Lidija Miljkovic di 42 anni, Lorena Puppo di 50 anni, Gabriela Renata Tranfadir di 47 anni e la figlia Alexandra Renata di 22, Elena Del Pozzo di 4 anni, Elisabetta Molaro di 40 anni, Filomena Galeone di 61 anni, Donatella Miccoli di 38 anni, Caterina D’Andrea di 72 anni, Norma Megardi di 75 anni, Cristina Peroni di 32 anni, Crisitna Diac di 48 anni, Domenica Caligiuri di 71 anni.

Il numero di donne uccise che, nell’ultimo bimestre, supera il numero degli uomini ammazzati (23 a 19). Il caso Napoli, capitale italiana degli omicidii, con 16 croci piantate nei cimiteri di città e provincia da inizio anno. I delitti della terza e della quarta età. I suicidi. Il peso malattia mentale, passata dall’essere la spiegazione passe-partout di gesti estremi alla negazione totale o quasi.

Le banche dati e gli osservatori di siti e giornali con buchi ed errori, nomi storpiati o incompleti, persino una donna viva e vegeta messa tra le defunte, nessun cenno alle vittime maschili, 14 solo in giugno, Raffaele Balsamo di 38 anni, Fausto Iob di 69 anni, Gheorghe Paraschiv di 54 anni, Thomas Achille Mastrandrea di 42 anni, Donato Montinaro di 75 anni, Franco Deidda di 61 anni, Antonio Cristiano Loprete di 57 anni, Michele Della Corte di 66 anni, Massimo Deidda di 63 anni, Virgilio Cunsolo Terranova di 29 anni e il cugino Vito Cunsolo di 30 anni, Franco Severi di 55 anni, Giuseppe Incontrera di 45 anni.

I femicidi sorpassano gli omicidi a maggio e giugno

Scorrendo le cronache degli omicidi volontari commessi nel primo semestre dell’anno - incrociate con le statistiche operative e le indicazioni dalla Divisione centrale della polizia criminale - si individuano dinamiche e andamento del più grave dei reati. Il periodo - gennaio giugno 2022 è in linea con lo stesso arco temporale dei due anni precedenti, con un leggero calo di crimini estremi, che diventa più marcato in confronto al 2019: 142 omicidi volontari quest’anno (81 vittime di genere maschile e 61 di genere femminile), 148 primi sei mesi del 2021 (89 uomini e 59 donne) e del 2020 (87 uomini e 61 donne) e a 162 del primo semestre 2019 (106 uomini e 56 donne). Quella che aumenta è la percentuale dei femicidi (intesi come uccisioni di persone di genere femminile di tutte le età, per i moventi più disparati) sul totale degli omicidi, con il sorpasso (non inedito) a maggio (8 donne uccise e 5 uomini) e giugno (15 femicidi, includendo l’uccisione della parrucchiera trans di Sarzana, lasciata tra gli uomini nei riepiloghi ufficiali, e 14 omicidi).

Ci si avvicina alla metà, non lontanissima: 43,0% le vittime di genere femminile e 57,0% le vittime di genere maschile nell’anno in corso, 39,1% e 60,7% nell’intero 2021, 40,9 e 59,1 nel 2020, 34,6 e 65,4 nel 2019. (I numeri di riferimento non sono ancora tutti consolidati. Potrebbero subire variazione per la diversa rubricazione dei crimini in sede giudiziaria (da omicidi volontari a omicidi preterintenzionali, ad esempio, e viceversa) o per l’inserimento di vicende emerse a posteriori (ad esempio il rinvenimento di cadaveri di persone scomparse e assassinate nei mesi considerati).

Non solo femicidi: il caso Napoli, gli invisibili

Napoli e provincia da sole totalizzano quasi un quinto dei delitti al maschile (16 vittime su 81, il 19,7 per cento del totale italiano), in gran parte inquadrati in contesti di criminalità organizzata e spicciola, faide, lotta per il controllo del territorio Nell’elenco partenopeo ricostruito a posteriori c’è un morto “invisibile”. Il 30 gennaio nel capoluogo campano o nei dintorni, si è saputo di recente, è stato ammazzato Khaled Bechkour di 43 anni.

Digitando nome e cognome nei motori di ricerca e negli archivi informatizzati di agenzie e giornali non esce alcuna informazione sul delitto né sull’ucciso, senza storia e senza volto. Di Dona Dhimayanthi Chandralatha Uduwarage, una delle 4 donne napoletane ammazzate nel primo semestre 2022, si è appreso poco di più e non in tempo reale. Aveva 55 anni, veniva dallo Sri Lanka. Il figlio l’ha picchiata a morte a San Valentino, durante una lite. Polizia e procura hanno tenuto nascosto il femicidio per una decina di giorni.

Inasprimento delle pene e andamento dei reati

La maggiore attenzione alle vittime di reati di genere e l’inasprimento delle leggi e delle pene (l’abolizione del rito abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo, l’innalzamento delle pene base per gli omicidi di relazione, il codice rosso) non stanno abbattendo le violenze estreme all’interno di relazioni di coppia e in ambito familiare, dati alla mano. A togliere la vita alle donne sono stati mariti, compagni, fidanzati ed ex in più della metà dei casi (32 su 61) e in prevalenza per i “soliti” motivi: gelosia, incapacità di accettare la fine di una relazione, possesso, rivalsa… Per 19 la morte è arrivata da persone di famiglia, in 9 casi figli e figlie, per un mix di ragioni. Terre contese, soldi per comprare casa e macchina, un prestito mancato, 100 euro di ricarica per la playstation. Per la fine violenta di una bimba, Elena dal Pozzo di 4 anni, è stata arrestata e accusata la mamma, “processata” in tv e sui giornali, con “perizie” all’impronta affidate agli esperti e ai commentatori di turno. Un caso per ora isolato.

Le uccisioni di figlie femmine (Giada Rossin di 13 anni, Giulia Maja di 16 anni, Fatima Skika di 3 anni e Renata Alexandra Tranfadir di 22 anni) nell’avvio dell’anno vengono attribuite in misura maggiore ai padri naturali e acquisiti, rispettivamente 2 e 2 (con responsabilità presunte, tutte da dimostrare in sede giudiziaria, per gli autori che non si sono suicidati) Discorso analogo per i figli maschi (e per la presunzione di non colpevolezza fino a condanna passata in giudicato): un omicidio con aspetti ancora oscuri è stato addebitato alla madre (Francesco Auciello di 2 anni), 2 bambini e un ragazzo hanno cessato di vivere per mano dei padri (Daniele Paitoni di 7 anni, Vincenzo Gabriele Rampello di 24 anni, Alessio Rossin di 7 anni).

Gli omicidi della terza e della quarta età

L’età delle vittime più rappresentata è quella matura (dai 41 ai 50 anni), sia sul fronte femminile (10 su 61), sia sul fonte maschile (18 su 81). Quasi il 40% delle donne uccise (24 su 61) aveva più di 59 anni (con 8 ultrasettantenni, 4 ultraottantenni e 3 ultranovantenni). Alda Pivano, per esempio. Il marito l’ha soffocata a 93 anni mettendole un sacchetto in testa e si è suicidato. Lei era malata di Alzheimer. Lui, si è ipotizzato, pensava di non essere più in grado di assisterla. Guglielmina Pasetto, 72 anni, altro caso che interroga. Il compagno di una vita le ha impedito di respirare con un cuscino premuto in faccia e poi ha detto addio al mondo.

Il timore del Covid e dell’isolamento, con la moglie semiparalizzata e bisognosa di tutto, lo avevano fatto sprofondare nella depressione. Forse ha scelto lui per entrambi, forse è stata lei a spingerlo ad un doppio atto estremo. Alcuni osservatori - tipo Paola Di Nicola, consulente della Commissione parlamentare sui femminicidi e giudice di Cassazione - arrivano a negare che donne sofferenti e stremate abbiano potuto pregare di essere uccise da chi stava loro vicino.

“Nessuna ha chiesto di morire”, è l’opinione personale della magistrata, parere discutibile e discusso. Altri li chiamano omicidi pietatis causa o omicidi altruistici e spesso sono seguiti dai suicidi degli autori, motivo per cui non si indaga a fondo e non è possibile arrivare a certezze assolute, non per l’intera casistica. Nel primo semestre 2022 si sono tolti la vita i 17 autori (sempre che siano stati resi noti tutti) di 3 stragi in famiglia e di omicidi singoli.

Tra loro figura l’unica donna che tra gennaio e giugno 2022 ha ammazzato il partner, Franco Deidda di 61 anni. Fonti investigative locali e mass media hanno raccontato che i due si frequentavano (rapporto al momento non confermato dagli analisti della Direzione centrale della polizia criminale) e che le era molto malata. Si è buttata giù dal terrazzo, dopo aver sparato al compagno.