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di Andrea Fabozzi

Il Manifesto, 14 giugno 2023

Arriva dopo mesi il via libera a Nordio: domani il disegno di legge su abuso d’ufficio, traffico di influenze e stretta su intercettazioni, arresti e avvisi di garanzia arriva in Consiglio dei ministri. Intanto tra i magistrati è polemica per il messaggio di Cordoglio dell’Anm.

Il giorno dopo i funerali di Berlusconi a Milano, i ministri, che parteciperanno tutti o quasi si tutti, si rivedranno attorno al tavolo di palazzo Chigi per approvare un disegno di legge di (modesta) riforma della giustizia. Se Giorgia Meloni ha avuto dei dubbi sulla calendarizzazione di questo provvedimento che tanto ha diviso la sua maggioranza nella preparazione (annunciato da mesi, arriverà solo oggi al preconsiglio) quei dubbi li ha sciolti per cogliere al volo l’occasione. Come ha anticipato nel suo video tributo al Cavaliere - “anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che insieme ci eravamo dati” - intesterà il disegno di legge alla memoria di Berlusconi. Che, come ha detto il ministro della giustizia ricordandolo lunedì, avrebbe “sempre inteso orientare il dibattito sulla giustizia in senso garantista e liberale”.

Quello che Nordio porterà in Consiglio dei ministri sarà un solo disegno di legge che modificherà il codice penale, il codice di procedura penale e anche le norme dell’ordinamento giudiziario; dovrebbe prevedere anche l’aumento di organico più volte promesso dal ministro (per stabilizzare l’ufficio del processo). Il primo intervento è l’abolizione del reato di abuso di ufficio oggi previsto all’articolo 323 del codice penale. Abolizione secca, come voleva il ministro e come lo spingevano a fare sia Forza Italia che i parlamentari di Azione-Italia viva che sulla giustizia sono pronti a stare con la maggioranza. Questa linea alla fine è passata e la chiosa fatta dalla responsabile giustizia della Lega, Giulia Bongiorno, per la quale l’accordo prevede una complessiva riscrittura di tutti i reati contro la pubblica amministrazione, in via Arenula viene commentata freddamente: “Parole sue”. La Lega ha fatto resistenza, minacciando di votare contro in commissione giustizia alla camera, dove la riforma dell’abuso d’ufficio sta procedendo in parallelo, facendo slittare di un giorno l’adozione del testo base. Al momento però non c’è traccia dell’intervento complessivo sui reati contro la pubblica amministrazione, pur necessario per mantenere l’Italia nel quadro delle norme internazionali. Che, hanno ricordato magistrati e professori ascoltati in commissione, impegnano il nostro paese a non disarmare il controllo di legalità sui pubblici ufficiali. Di certo il disegno di legge governativo si occuperà anche dell’articolo 346 del codice penale, quello che da dieci anni (proprio in ossequio a una convenzione Onu) sanziona il traffico di influenze illecite. Fattispecie rimasta assai vaga che adesso il ministro vuole provare a circoscrivere e tipizzare.

Un altro punto dell’intervento governativo riguarda le intercettazioni: come lungamente annunciato da Nordio arriva un divieto più stringente, rispetto alla riforma Orlando, di trascrivere le conversazioni che riguardano terzi non indagati. Ancora, due le novità per le misure cautelari: l’obbligo di ascoltare l’indagato prima di disporne l’arresto - salvo nei casi in cui si proceda per reati di grave allarme sociale - e l’affidamento della decisione finale non più a un giudice (gip) ma a un collegio (tribunale del riesame, con ricorso in corte d’appello). Ci sarà anche una forma di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento di primo grado che però non sarà identica a quella tentata dal centrodestra nel 2006 (legge Pecorella) perché la Corte costituzionale ha stabilito che violava il principio di parità tra le parti processuali. Infine nel disegno di legge sarà contenuta anche una stretta sulle informazioni di garanzia: Nordio cercherà di imporre il segreto e nel contempo garantire l’indagato, consentendogli di conoscere meglio le accuse a suo carico.

“Ci auguriamo che il Consiglio dei ministri sui temi della giustizia “dedicato” a Berlusconi non sia occasione per provvedimenti laceranti e riaprire guerre tra politica e magistratura”, dice il senatore del Pd Verini. In effetti l’Associazione magistrati, che domenica scorsa ha tenuto la sua assemblea nazionale proprio contro le iniziative di Nordio, è già in stato di agitazione. Intanto però il suo vertice ieri ha dovuto fronteggiare una notevole dose di critiche piovute nella mailing list per il messaggio - stringatissimo - di cordoglio per la morte di Berlusconi diffuso lunedì. Averlo definito “indiscusso protagonista della vita politica” è sembrato troppo a chi avrebbe preferito il silenzio e troppo poco a chi ha ricordato la quantità di attacchi e insulti che il Cavaliere ha riversato negli anni sui magistrati. Ma tacere non si poteva, è stata la replica del vertice dell’Anm, in fondo era un testo neutro.