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di Liana Milella

La Repubblica, 11 luglio 2023

Il capo dello Stato rientrato dal viaggio in Sud America valuterà il testo del disegno di legge di riforma presentata dal Guardasigilli. Sorpresa al Colle per l’enfasi attorno alla firma del presidente che, nel rispetto delle Camere, dovrà trasmettere un ddl che sarà oggetto di un dibattito e di modifiche parlamentari.

Sorpresa, al Quirinale, per l’enfasi intorno alla firma del presidente Sergio Mattarella sul disegno di legge del Guardasigilli Carlo Nordio sulla giustizia. La decina di articoli, votati a Palazzo Chigi a metà giugno, è giunta sul Colle a metà della scorsa settimana. Perché era rimasta a lungo alla “bollinatura” della Ragioneria dello Stato, al Mef, per problemi di copertura sull’assunzione di altri 250 magistrati nei prossimi due anni destinati alla riforma dei gip che passeranno da uno a tre.

Giusto ieri fonti giornalistiche avevano ipotizzato un possibile stop del Quirinale sul ddl Nordio. Ma le cose non stanno così. Innanzitutto Sergio Mattarella è approdato ieri in Italia dopo un viaggio durato 17 ore con un salto di fuso di ben sei ore. Lo attendeva stamattina il saluto ad Arnaldo Forlani.

Gli uffici del Quirinale stanno esaminando il testo di Nordio. Ma, la natura stessa del provvedimento del Guardasigilli - un disegno di legge e non un decreto che va confermato entro due mesi - comporta un’analisi che necessariamente per il Colle dev’essere rispettosa della natura del testo e del prossimo dibattito parlamentare. Discussione ed esame nelle quali peraltro si preannunciano già adesso numerosi emendamenti delle forze politiche, nonché, probabilmente, anche un’integrazione dello stesso Guardasigilli dopo i casi Santanchè e Delmastro sulla segretezza totale dell’avviso dell’iscrizione sul registro degli indagati e sul potere del gip di ordinare un’imputazione coatta che potrebbe essere vietata in futuro.

La storia dei rapporti tra Quirinale e Parlamento documenta del resto come l’autorizzazione a presentare un disegno di legge, che non ha effetti immediati a differenza del decreto, in genere non finisce in modo dettagliatissimo sotto la lente d’ingrandimento del presidente proprio per rispettare le dinamiche e il dibattito parlamentare. Per l’evidente ragione che il testo che uscirà da Montecitorio e palazzo Madama potrà subire ovviamente anche modifiche sostanziali. E solo alla fine di questo percorso, quando sul tavolo del presidente della Repubblica arriverà il testo definitivo, e il capo dello Stato sarà chiamato a promulgare la legge, la verifica di costituzionalità diventerà stringente. Solo a quel punto è ipotizzabile un suo intervento. Che può implicare la richiesta di un’ulteriore riflessione parlamentare.