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di Sabino Cassese

La Repubblica, 9 novembre 2023

L’intervento dell’ex ministro e giudice costituzionale dopo l’articolo apparso su Repubblica: “È trionfalista chi scrive che non possiamo lamentarci dei risultati raggiunti?”. Caro Direttore, Tito Boeri e Roberto Perotti, nell’articolo intitolato “Pnrr, i veri numeri sulla giustizia” pubblicato su Repubblica il 6 novembre scorso affermano che io avrei calcolato male i risultati raggiunti dal Pnrr in materia di giustizia, sostengono che l’arretrato è diminuito meno dell’1%, che la durata dei processi è diminuita dell’1% e che “bisogna misurare i risultati correttamente”. Chiudono criticando i trionfalismi.

Nel mio articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 31 ottobre scorso, lamentavo che sul Pnrr si è passati dall’euforia al pianto e osservavo che “finora, non possiamo lamentarci. Un buon esempio è costituito dai dati relativi alla giustizia. Il Piano ha messo al centro l’idea che la riforma debba servire al Paese, non ai giudici, e quindi assicurare decisioni sollecite. La durata dei processi civili è stata ridotta di quasi il 20% e di quelli penali di quasi il 30%. Per gli arretrati della giustizia può dirsi lo stesso, perché nei tribunali la riduzione è del 20%, nelle Corti di appello di quasi il 34%”. Continuavo osservando che “i successi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza vanno misurati anche in altro modo”, per la lezione di metodo e per il modo in cui si è realizzato il “vincolo esterno”, scrivendo, in conclusione, che “non tutto è fatto, vi sono ancora molti “colli di bottiglia” da eliminare e molti problemi aperti”.

Una semplice consultazione del sito del ministero della Giustizia, “Monitoraggio del Pnrr” consente di leggere queste testuali parole: “Le percentuali di riduzione sono calcolate rispetto ai corrispondenti valori del 2019 (c.d. Baseline)”.

La “baseline”, cosiddetto arretrato statico, è stata concordata con la Commissione europea. Su questa base è infatti fondata la “Relazione sul monitoraggio statistico degli indicatori Pnrr, primo semestre 2023” preparata il 12 ottobre 2023 dalla Direzione generale di statistica del ministero della Giustizia. Se gli obiettivi sono definiti rispetto a quella data è rispetto a quella data che si possono misurare correttamente i risultati. Infine, Boeri e Perotti criticano il trionfalismo; ma è trionfalista chi scrive che “non possiamo lamentarci dei risultati raggiunti”?

La replica di Boeri e Perotti

Anche noi abbiamo letto il documento del ministero, da cui abbiamo tratto i dati ufficiali. Il nostro punto è molto semplice. Il Pnrr è intervenuto sulla giustizia dal 2022 in poi: tutto quello che è successo prima del 2022 non può essere attribuito al Pnrr. La Commissione può adottare la baseline del 2019, ma non può far viaggiare il tempo all’indietro. Su questo speriamo siano tutti d’accordo. Se si vuole sperare di misurare i “risultati”, gli “effetti” del Pnrr sulla giustizia bisogna quindi confrontare quello che è successo dal 2022 in poi con la situazione pre-2022. Se si fa questo si scopre che dal 2022 in poi non c’è stato praticamente alcun progresso. Ci stupisce che Sabino Cassese non misuri il successo del Pnrr sulla base dei risultati da questo effettivamente conseguiti. (Tito Boeri e Roberto Perotti)