sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Liana Milella

La Repubblica, 30 gennaio 2024

È l’unico provvedimento firmato solo dal Guardasigilli: contiene anche la prima stretta sulle intercettazioni e impone l’interrogatorio dell’indagato prima dell’arresto. Subito in aula il no all’abuso d’ufficio e la prima stretta sulle intercettazioni. Se la maggioranza la spunta, potrebbe arrivare già questa settimana in aula al Senato il primo e unico disegno di legge del Guardasigilli Carlo Nordio. Quello che cancella il reato di abuso d’ufficio e comincia a vietare la possibilità di pubblicare le intercettazioni che vedono coinvolte terze persone.

Da ieri la maggioranza lavora per quest’obiettivo, verificando se al suo interno l’accelerazione è condivisa e soprattutto sostenuta. E nella capigruppo fissata per le 15 sicuramente può contare sui numeri per spuntarla. Dopo il voto della Camera sulla nuova prescrizione - via quelle di Bonafede e Cartabia, si torna a una Orlando rivisitata - e soprattutto in attesa che anche questo provvedimento passi dalla commissione Giustizia, l’obiettivo dello stesso Nordio è quello di far votare in fretta sul suo ddl, ormai in attesa addirittura dall’inizio di agosto dell’anno scorso.

Votato a palazzo Chigi all’inizio di giugno, il testo è poi rimasto “prigioniero” della Ragioneria che non riusciva a trovare la copertura necessaria per assumere i 250 giudici chiesti da Nordio per far decollare tra due anni il cosiddetto “gip collegiale”, cioè l’attuale giudice per le indagini preliminari che si “moltiplicherebbe” per tre diventando così un collegio di toghe molto più agguerrite rispetto all’unico gip attuale, per fare le pulci ai pubblici ministeri ed esaminare con più ampiezza, ma anche con più forza, le richieste di misure cautelari ma anche quelle per mettere un telefono sotto controllo o ancor peggio attivare il Trojan.

All’idea dell’immediata discussione in aula sono ovviamente contrarie le opposizioni - Pd, M5S, Avs - che già si sono viste bocciare tutti gli emendamenti presentati che chiedevano sia di mantenere l’abuso d’ufficio, sia di cambiare del tutto la linea sulle intercettazioni. Col governo invece schierata Italia viva, e una volta in aula anche Azione.

Tra le misure criticate anche quella che obbligherà il pm a interrogare l’indagato in procinto di essere arrestato proprio prima che venga fermato per ascoltare le sue “ragioni”. Una misura garantista voluta da Nordio, che vieta anche di pubblicare fino al processo tutte le intercettazioni che riguardano terze persone non coinvolte direttamente nelle indagini.

All’accelerazione del ddl Nordio in aula può far seguito, nella commissione Giustizia a guida Giulia Bongiorno, che è diventata uno snodo di provvedimenti del governo, anche un ddl cofirmato dalla stessa Bongiorno e dal capogruppo di Forza Italia Pierantonio Zanettin sugli smartphone e sulle regole per porli sotto sequestro con forti limiti su tutto quello che non rientra nella pura e semplice comunicazione. All’insegna dello slogan di Nordio - “nel cellulare ormai c’è tutta una vita” - e dopo la sentenza della Consulta sul caso Renzi, il ddl sostenuto a gran voce dalla maggioranza, ma anche da Azione e Italia viva, metterà regole stringenti sull’uso di quanto “sta dentro” i cellulari.