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di Lirio Abbate

La Repubblica, 22 ottobre 2023

Si tratta di uffici giudiziari importanti, che controllano vaste aree del territorio. Ma sono lasciati per troppo tempo senza un capo. Le procure distrettuali sono strette fra le inchieste sul terrorismo, quelle sulle organizzazioni mafiose che sono rafforzate dalla complicità di personaggi “eccellenti”, e l’irredimibile propensione della politica a delegare il contrasto della mafia esclusivamente a forze dell’ordine e magistratura.

Sono uffici giudiziari importanti che controllano vaste aree del territorio ed hanno il compito di indagare - non solo contro i boss ma anche sui terroristi e il cybercrime - spesso lasciati per troppo tempo senza un procuratore capo. Presidi di legalità e giustizia in cui è assente il punto di riferimento per cittadini, pm e investigatori: il procuratore della Repubblica. I magistrati che vanno in pensione, altri che si trasferiscono per ricoprire nuovi incarichi creano un vuoto che non viene ricoperto in tempi brevi dal Csm. Per la nomina di questi posti direttivi ci sono lunghe attese al Consiglio superiore della magistratura.

Lo abbiamo visto a Napoli, l’ufficio di procura con il più elevato numero di pm nel nostro Paese, che dopo un anno e mezzo ha visto solo adesso insediare Nicola Gratteri. E la stessa cosa è avvenuta poco tempo fa a Firenze, e andando a ritroso anche a Bari e Reggio Calabria, tanto per citare alcune sedi distrettuali importanti.

Oggi ci sono altri uffici, soprattutto al Sud, a cui deve essere assegnato un capo. Messina, ad esempio, attende da più di un anno un procuratore e vacanti sono le sedi distrettuali di Lecce, Catania, Catanzaro, Torino e L’Aquila. Gli uffici di palazzo dei Marescialli hanno un carico di lavoro elevato rispetto all’organico. Un carico legato alle candidature per i posti messi a bando che si somma a un Consiglio che appare ancora prigioniero della solita dannosa logica di appartenenza correntizia.

Questo Csm troppe volte è apparso prigioniero del predominio del centrodestra, rappresentato dalla corrente di Magistratura indipendente e dalla destra della politica che controlla sette su dieci consiglieri laici. Il sistema correntizio non è del tutto superato, c’è uno scenario in cui la destra della magistratura e la destra della politica vincono.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sempre invitato i consiglieri al dialogo, al confronto, all’unità. A marzo scorso, chiudendo il plenum del Csm che ha eletto Margherita Cassano presidente della Corte di Cassazione, il Capo dello Stato ha detto: “La tempestività dimostrata oggi (con la nomina di Cassano ndr) dal Consiglio superiore della magistratura possa costantemente caratterizzare il mandato consiliare appena iniziato così da assicurare la dovuta celerità alle nomine dei dirigenti”.

Sarebbe auspicabile che il Csm valutasse con più celerità i candidati e i posti da assegnare ai vertici delle procure distrettuali proprio per le delicate inchieste che svolgono. A questi uffici spetta di contrastare gli attuali fenomeni criminali, le reti terroristiche e mafiose e quelle cibernetiche.

Un tratto comune dei fenomeni della mafia e del terrorismo che non è solo un fatto giudiziario da perseguire, ha il suo peso anche su quello della sicurezza nazionale. Il concetto di cybercrime non è più separabile da quello delle organizzazioni mafiose e terroristiche, perché non definisce più soltanto determinate tipologie di illeciti, ma è un cardine organizzativo e strutturale delle organizzazioni mafiose e dei terroristi.

Dalle inchieste delle procure distrettuali degli ultimi tempi si coglie che le mafie sono ossessivamente protese allo sviluppo di autentiche funzioni di security, esattamente come le imprese, sono ossessivamente alla ricerca di informazioni sulle indagini che si svolgono su di loro, sono ossessivamente spinte a elevare tutti i meccanismi che possano consentire la sottrazione ad ogni controllo. Per questo è necessario non lasciare scoperti a lungo i posti di vertici delle procure distrettuali dove il disegno di attacco al crimine non può essere disperso in tanti rivoli, ma raccolto sotto una sola strategia.