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di Valentina Maglione

Il Sole 24 Ore, 16 ottobre 2023

I tribunali per gli under 18 scontano il nuovo rito più complesso e il processo telematico non ancora del tutto funzionante. Tra un anno il passaggio al Tribunale per le famiglie. Il nuovo rito unico per la giustizia familiare, da adattare alle esigenze di tutela dei minori. I limiti alle deleghe per i magistrati onorari. E il passaggio alla telematica non del tutto riuscito. L’impatto delle novità introdotte dalla riforma della giustizia civile mette in difficoltà i tribunali per i minorenni, già sotto stress sul fronte penale per l’impennata dei reati degli under 18.

Tanto che alcuni correttivi sono già in campo: intanto, con la conversione del decreto legge 105/2023, è stato deciso che i magistrati onorari potranno continuare a occuparsi dell’ascolto dei minori fino al 30 aprile 2024, confermando la deroga al divieto posto dalla riforma e già introdotta fino a130 giugno 2023 e poi a131 dicembre 2023; poi, a sciogliere i nodi del digitale sta provando il gruppo di lavoro ministeriale che riunisce tecnici, magistrati e avvocati.

Ma per gli operatori servirebbero risorse per far funzionare il sistema, anche in vista del debutto, previsto tra un anno, del nuovo Tribunale unico per le persone, i minorenni e le famiglie. La riforma della giustizia civile (legge 206/2021, attuata dal decreto legislativo 149/2022) ha dedicato un ampio capitolo ai procedimenti che riguardano le famiglie, con novità al via in momenti diversi. Un primo “pacchetto”, che si applica già dal 22 giugno 2022, è tra l’altro intervenuto sugli allontanamenti dalla famiglia dei minori in condizione di abbandono, introducendo una procedura articolata e con la garanzia del contraddittorio.

Per i procedimenti avviati dal 1° marzo 2023, poi, è entrato in vigore il nuovo procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie, da seguire di fronte sia al tribunale ordinario, sia al tribunale peri minorenni e in cui è stato limitato il contributo dei giudici onorari. Dal 3o giugno, poi, è stato esteso al tribunale per i minorenni il processo civile telematico. E la prossima svolta avverrà tra un anno, quando è atteso il debutto del tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie, che “attrarrà” le materie ora di competenza dei tribunali per i minorenni e delle sezioni famiglia dei tribunali ordinari. Un impianto che, sin dall’inizio, non ha convinto i magistrati minorili.

E ora “si vede che le nostre valutazioni non erano di puro allarmismo ma di realismo”, osserva il presidente del Tribunale per i minorenni di Genova, Luca Villa, componente del gruppo di lavoro sulla digitalizzazione, che tratteggia una situazione critica: “Il rito si è complicato. Sono aumentate le procedure di allontanamento, che ora vanno applicate anche nel caso di separazione da un solo genitore, ad esempio con il collocamento in comunità del figlio con la madre.

E il processo telematico, che pure in futuro semplificherà il lavoro, ancora non funziona, con criticità che variano da sede a sede: in alcuni casi dall’esterno i fascicoli non si vedono o sono privi di alcuni documenti”. Del resto, continua, “nei tribunali per i minorenni, che hanno sempre lavorato con la carta, affrontiamo materie specifiche: l’estensione del processo telematico, nato per il tribunale ordinario, richiede correttivi e adattamenti che stiamo facendo con il ministero. Tra l’altro, vista la successione di modifiche e di sistemi, non riusciamo a estrarre le statistiche per valutare la situazione”.

A ciò bisogna aggiungere “il maggior impegno in ambito penale, per l’aumento dei reati dei minori; e poi sul fronte dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati: a Genova, ma anche in altre località, i numeri sono cresciuti in modo netto. Servirebbero risorse aggiuntive, che però la riforma non prevede”. Con la partenza difficile del processo telematico presso i tribunali per i minorenni stanno facendo i conti anche gli avvocati, rileva Daniela Giraudo, coordinatrice della commissione del Cnf su diritto della persona, delle relazioni familiari e dei minorenni e anche lei componente del gruppo di lavoro sulla digitalizzazione: ma “le situazioni trattate - osserva - sono così delicate che c’è piena collaborazione per superare i problemi. Ritengo che gli obiettivi fissati dalla riforma sul fronte della giustizia familiare siano condivisibili. Certo, ora occorre recuperare i fondi per far funzionare bene il comparto”.