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di Roberto Gramola

La Voce e il Tempo, 19 aprile 2024

Gli ultimi dati del Consiglio europeo mostrano un totale di 5.610 detenuti di età inferiore ai 18 anni. Il modello di giustizia minorile italiano è sempre stato fonte di ispirazione in Europa. Anche se il VII Rapporto dell’Associazione Antigone (che si occupa della tutela dei diritti delle persone detenute), pubblicato un mese fa, denuncia che il cosiddetto “Decreto Caivano”, approvato nel settembre scorso dal governo introducendo nuove misure per contrastare la criminalità minorile, ha fatto lievitare in modo preoccupante le presenze dei minorenni negli istituti minorili della Penisola.

Il Rapporto evidenzia che all’inizio del 2024 i ristretti detenuti nelle carceri minorili italiane sono circa 500, cifra che non si raggiungeva da oltre dieci anni perché, come è noto, uno dei pilastri della giustizia minorile italiana è il principio “educare e non punire” e la detenzione per i minori è sempre l’extrema ratio: prima della cella la legge prevede provvedimenti di rieducazione in comunità o altre misure alternative al carcere. Il decreto- legge prende il nome dal Comune a nord di Napoli che ha riempito pagine di cronaca per lo stupro ai danni di due ragazzine di 10 e 12 anni, per il quale erano stati accusati alcuni adolescenti.

Ma Caivano è nota da tempo anche per essere una delle più grandi piazze di spaccio di stupefacenti d’Italia, terra di Camorra e illegalità. E fare di tutta un’erba un fascio non sempre è producente. Ma vediamo la situazione della giustizia minorile nel nostro continente. Gli ultimi dati del Consiglio d’Europa (Rapporto Space, 23 dicembre 2022) mostrano un totale di 5.610 detenuti di età inferiore ai 18 anni, mentre il numero di minori in libertà vigilata è di 25.175. La Convenzione sui diritti dell’infanzia stabilisce che gli Stati devono riconoscere il diritto di ogni bambino che abbia violato la legge penale ad essere trattato in modo “coerente con la promozione del senso di dignità e valore del bambino” (Direttiva Ue 216/800).

Tuttavia, per le migliaia di minori che interagiscono con i sistemi giudiziari in tutta Europa, la realtà è che le istituzioni giudiziarie non sempre sono attrezzate a soddisfare i loro diritti e i bisogni fondamentali. L’Associazione Antigone, che fa parte del progetto europeo Arisa Child, per l’applicazione della Direttiva Ue 216/800, ha iniziato una ricerca volta a confrontare le esperienze in atto in cinque Paesi partner del progetto: Bulgaria, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, con approfondimenti che riguardano altre cinque nazioni: Francia, Cipro, Irlanda, Germania e Svezia. La Direttiva 2016/800 fissa principi e garanzie fondamentali per il minore, tra cui il diritto ad essere informato sulle caratteristiche del procedimento a cui è sottoposto, sin dalle sue prime fasi, con un linguaggio comprensibile e per il più possibile semplificato e adattato all’età del soggetto (art. 4).

L’art. 6 sancisce il diritto del minore ad essere assistito da un difensore che ha il diritto di parlare con un legale senza ritardo, in ogni caso prima di essere sottoposto ad un interrogatorio, immediatamente in caso di privazione della libertà e anche prima di comparire davanti a un giudice. L’art. 7 si occupa del diritto all’individualizzazione nella trattazione del caso; i bisogni specifici del minore quali educazione, protezione, formazione, studio e integrazione sociale devono essere garantiti partendo da una valutazione individualizzata della situazione specifica. Poiché la maggiore età si raggiunge al 18° anno, ci sono differenze importanti per quanto riguarda la responsabilità penale al raggiungere il 14° anno di età.

In Bulgaria, sebbene i minori di età inferiore ai 14 anni non abbiano responsabilità penali, se hanno più di 8 anni e commettono reati che rappresentano una fonte di pericolo per la pubblica sicurezza possono essere soggetti a misure correttive di natura amministrativa. A Cipro un minore di 14 anni che ha commesso un reato può essere unicamente posto sotto la supervisione dei servizi sociali e dai 14 anni in su può anche essere sottoposto alla reclusione. Il sistema tedesco prevede una responsabilità penale “limitata” per i minori tra i 14 e i 18 anni ma responsabilità penale “assoluta” per i giovani adulti, tra i 18 e 21 anni.

In Francia le sanzioni penali possono essere applicate solo ai minori di età superiore ai 13 anni, mentre i minori di età compresa tra i 10 e i 13 anni sono soggetti unicamente a misure di tipo amministrativo. In Grecia e in Svezia la minore età dal punto di vista penale si raggiunge con il compimento dei 15 anni. I ragazzi e le ragazze di età compresa tra i 15 e i 18 anni hanno una responsabilità penale relativa e solo in casi eccezionali possono fare ingresso in un carcere minorile, mentre i minori tra i 12 e i 15 anni non sono considerati penalmente responsabili e possono essere sottoposti solo a misure educative o terapeutiche.

In Spagna e Portogallo la responsabilità minima comincia a 16 anni e la reclusione, prevista solo in casi estremi, avviene sempre presso strutture educative. In Irlanda la responsabilità minima penale è stata innalzata dai 7 anni ai 12 anni solo nel 2006 e si abbassa a 10 anni nel caso di minori accusati di reati particolarmente gravi quali, stupro, violenza sessuale aggravata, omicidio, omicidio colposo o tentato omicidio. In Bulgaria i minori condannati alla pena della reclusione in carcere vengono collocati nei riformatori, strutture relativamente autonome annesse alle carceri per adulti. Al 31 gennaio 2022 i minori detenuti, tutti maschi, erano 19, che corrispondono allo 0,3% della popolazione penitenziaria totale che ammonta a 6.629 unità.

A Cipro, secondo Eurostat, al 31 gennaio 2022 erano 19 i minori (maschi) privati della libertà, pari al 2,6 % della popolazione penitenziaria totale. Ad oggi, non essendo state costruite strutture di detenzione per minori, costoro continuano a essere detenuti nell’unica prigione del Paese, a Nicosia. In Francia la pena detentiva comminata dai Tribunali minorili non può superare la metà della pena che sarebbe stata inflitta a un adulto per lo stesso reato. I minori sono detenuti nelle unità minorili (“quartiers pour mineurs”) delle carceri per adulti o all’interno dei centri di detenzione, oppure in uno stabilimento penitenziario specializzato (“établissements pénitentiaires pour mineurs”).

A fine gennaio 2022 i minori detenuti erano 600, lo 0,9% della totalità delle persone recluse nel Paese. In Germania, durante il 2022, solamente il 2,8% dei minori entrati nel circuito penale ha fatto ingresso in carcere: al 31 gennaio 2022 erano 516 i minori (tutti maschi) presenti negli istituti di pena per minorenni, l’1% della popolazione totale reclusa. Al 31 dicembre 2022 i minori detenuti di età compresa tra i 16 e i 18 anni in Portogallo erano 52, di cui 2 femmine (pari a meno dello 0,5% della popolazione totale), mentre i ragazzi detenuti tra i 19 e i 24 anni, 758. In Portogallo la legislazione prevede la separazione di minori e adulti, tuttavia, fatta eccezione per una “prigione scolastica”, i minori dai 16 anni in su si trovano sparsi nelle carceri per adulti. In Svezia al 1° ottobre 2021 i minori detenuti erano 27, pari allo 0,4% dei reclusi.

In Grecia i minori detenuti vengono collocati in tre differenti strutture in base all’età: i ragazzi tra i 15 ed i 18 anni vengono ospitati nell’istituto di correzione rurale per minori di Kassavetia, presso la città di Almiros, mentre i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 21 anni sono destinati all’istituto di Avlonas o a quello di Volos. Le ragazze invece, indipendentemente dall’età, sono detenute nell’unico carcere femminile di Eleonas a Tebe.

Nel 2022 i minori detenuti di età compresa fra i 15 e i 18 anni sono stati 28, di cui 4 ragazze; nel 2023 si è registrato un leggero aumento, raggiungendo la cifra totale di 33. In Irlanda, nel 2017, in seguito alla chiusura del St. Patrick’s Institution - antico carcere vittoriano adibito a penitenziario minorile, conosciuto per il duro regime di vita imposto sui ragazzi detenuti - i minori condannati alla detenzione o destinatari di un provvedimento di custodia cautelare sono ospitati nell’Oberstown Children Detention Campus.

Oberstown ha una capacità di 60 persone, ospitate in 6 unità da 10 posti letto ciascuna. Nonostante Oberstown sia un istituto di reclusione, non vi sono sbarre alle finestre. I minori detenuti ad Oberstown al 31 gennaio 2022 erano 23 - pari allo 0,6 % della popolazione detenuta totale. Infine, anche il sistema di giustizia minorile spagnolo presenta delle peculiarità che vale la pena menzionare; al pari del sistema penitenziario spagnolo per adulti - strutturato su tre gradi di trattamento in base al criterio di progressività - anche le misure di internamento per minori si articolano su tre tipologie di regimi differenti: il regime chiuso, che prevede il controllo assoluto del minore all’interno del “centro de justicia juvenil”, il quale si applica nel caso in cui il minore abbia commesso il reato utilizzando la violenza oppure in quanto membro di un’organizzazione criminale (nel 2021 furono 556 i minori detenuti in regime chiuso); il regime semi-aperto prevede invece l’esecuzione di un programma trattamentale da realizzarsi, in parte, presso strutture ed organizzazioni esterne; si tratta del regime più applicato (2.194 minori in regime semi aperto nel 2021).

Solo 96 furono i minori in regime aperto, il quale prevede solamente il pernottamento presso la struttura detentiva, mentre la totalità delle attività educative viene svolta all’esterno. Sebbene tutte queste misure vengano eseguite in centri educativi che non vengono considerati dei veri e propri istituti di pena, è bene segnalare che, in alcuni casi, il regime di vita può essere particolarmente duro: basti pensare che fino al 2021 in queste strutture potevano essere sottoposti alla pratica della contenzione.