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di Damiano Aliprandi

 

Il Garantista, 3 dicembre 2014

 

Santi Consolo, su decisione del consiglio dei Ministri e suggerimento dello stesso ministro della giustizia Andrea Orlando, è il nuovo capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria. Quindi nessuna svolta storica tanto auspicata dalle associazioni per i diritti dei detenuti come Antigone, i Radicali e gli avvocati penalisti. Il Dap che si occupa di carceri e che ha, sotto di sé, la polizia penitenziaria, rimane appannaggio dei magistrati.

Santi Consolo, già vice capo del dipartimento durante la gestione Ionta fino al 2011, era stato nominato da pochi mesi come nuovo procuratore generale di Caltanissetta dopo aver ricoperto lo stesso incarico nella procura di Catanzaro. Sicuramente è un ottimo magistrato, però la speranza era si potesse interrompere con la tradizione, e non è stato così.

Dal 27 maggio che il Dipartimento ero rimasto senza un capo nonostante il sistema penitenziario italiano sia ormai sorvegliato a vista dalla Corte europea dei diritti dell'uomo e che a da maggio scorso ha concesso un anno di tempo all'Italia per rimettersi in carreggiata sul tema sovraffollamento dopo la storica sentenza del maggio 2013 sul caso Torreggiani.

L'ultimo, prima della nomina odierna, a ricoprire l'incarico è stato Giovanni Tamburino, esautorato per scadenza del termine dei 90 giorni entro cui doveva essere riconfermato dal governo Renzi. Da allora erano partite le toto-nomine. In un primo momento si era pensato a Giovanni Salvi, attuale procuratore capo di Catania. Il suo nome era stato dato tra i favoriti già prima della mancata riconferma di Tamburino.

Una scelta, quella di Salvi, che sarebbe rimasta nel solco della "tradizione", ponendo a capo del Dap un magistrato, stavolta inquirente come nel caso dell'ex capo del Dap Franco Ionta, rispetto alla parentesi del magistrato di sorveglianza avvenuta proprio con Tamburino. Tra gli altri nomi su cui si pensava potesse cadere la scelta, anche uno vicino al ministro Orlando, cioè Giovanni Melillo, ex procuratore aggiunto di Napoli e attualmente capo di gabinetto del Guardasigilli. Poi però tra i possibili candidati era stato più volte nominato un outsider: il professor Mauro Palma.

A tirare in ballo il presidente del Consiglio europeo per la cooperazione nell'esecuzione penale, era stato Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone, in un articolo pubblicato sul Manifesto. Nell'articolo, Gonnella non aveva anticipato la possibile nomina, ma auspicato un cambio di rotta rispetto al passato sperando in un "capo del Dap che abbia il coraggio di non essere solo un funzionario pubblico".

Di qui il nome di Mauro Palma, senza il cui contributo, aveva spiegato Gonnella "l'Italia avrebbe subito ben altra sorte a Strasburgo". L'auspicio di Gonnella poi era stato preso in seria considerazione dal sindacato della Polizia penitenziaria, il Sappe. Per il segretario generale del sindacato, Donato Capece, intervistato dal Manifesto, Mauro Palma sarebbe stata la "persona giusta" alla guida del Dap.

"Dopo tanta approssimazione - spiegava Capece - c'è bisogno di un esperto, non necessariamente un magistrato o un dirigente interno, ma una persona illuminata. Con lui potremmo fare un percorso alternativo e forse è proprio lui l'uomo che potrebbe restituire dignità al nostro Corpo, attraverso la riforma della Polizia Penitenziaria".

Fino però ad arrivare alla tarda serata di lunedì quando, il Cdm, ha conferito l'incarico a Santi Consolo come capo del Dap, dove in passato ha rivestito il ruolo di vicecapo del Dipartimento durante la dirigenza di Franco Ionta. Dal gennaio scorso il magistrato era alla guida della Procura generale di Caltanissetta. Nel corso della sua carriera. Consolo è stato giudice e poi sostituto pg a Palermo, sostituto Pg in Cassazione e anche procuratore generale a Catanzaro. Tra il 1998 e 2002 è stato anche consigliere togato al Csm.