Redattore Sociale, 13 gennaio 2015
L'analisi del sistema carcerario effettuato dall'Osservatorio europeo sulla detenzione, che fornisce dieci pillole per migliorare gli standard dei diritti umani nei paesi Ue. Monitorare il sistema penitenziario su scala europea.
È questo il compito con il quale è sorto, poco meno di due anni fa, l'Osservatorio Europeo sulla Detenzione carceraria che ieri a Bruxelles propone il convegno dal titolo "Detention conditions in the European Union". L'incontro è suddiviso in due sessioni e rappresenta una ghiotta occasione per fare il punto sulla situazione carceraria europea.
Tra le varie attività dell'osservatorio vi è anche quella di fornire alcuni suggerimenti agli stati aderenti. Partendo da alcuni esempi di buone pratiche che ha incontrato nel corso del suo lavoro, l'Osservatorio offre, infatti, dieci linee guida per migliorare gli standard dei diritti umani nei paesi dell'Unione europea. Essi si basano sul principio chiave del rispetto delle regole penitenziarie europee di normalizzazione e responsabilizzazione.
Galles e Inghilterra. Lo sviluppo di una democrazia rappresentativa all'interno delle carceri in Inghilterra e Galles è stato positivo per i prigionieri, il personale e la società in generale. Un dialogo costruttivo aiuta a migliorare le relazioni tra personale-detenuti, è trasformativo per i prigionieri e porta ad una riduzione generale della tensione. I direttori delle carceri in tutta l'Ue devono essere incoraggiati a fornire consigli utili in tutte le strutture.
Perquisizioni e isolamento. In tutta l'Ue, le perquisizioni e l'isolamento devono essere vietati. Il controllo delle celle deve essere poi condotto in presenza del prigioniero.
Pratiche disciplinari. Il saper mediare rispetto ad un procedimento disciplinare è una pratica del tutto assente in tutti gli stati coinvolti nell'osservatorio, il quale raccomanda all'Ue di raccogliere prove sulla mediazione come pratica positiva e di comunicare attivamente questa ricerca ai sistemi penali degli Stati membri.
Evitare le ri-condanne. Il carcere di Grendon Prison, nel Buckinghamshire in Inghilterra, dimostra da circa mezzo secolo come l'efficacia della sicurezza dinamica, e un approccio terapeutico nella realizzazione di una migliore qualità della vita in carcere, possa portare a tassi più bassi di ri-condanna. Secondo l'osservatorio l'Ue dovrebbe incoraggiare lo sviluppo di un processo e di valutazione del Modello Grendon in ogni Stato membro.
Esempio polacco. La Polonia ha dimostrato che fornendo ai detenuti gli stessi diritti democratici degli altri cittadini, si può arrivare ad una partecipazione sociale senza dover impegnare troppe risorse nella sicurezza. Un monito all'Unione Europea, che dovrebbe promuovere il franchising del carcere universale, sull'esempio polacco, per favorire la responsabilizzazione e la normalizzazione dei prigionieri e per rafforzare la democrazia in Europa.
Agevolare le visite. La maggior parte dei detenuti proviene da alcune tra le comunità più svantaggiate dell'Unione europea e molti si trovano in prigioni situate a grande distanza da famiglie e amici. In queste circostanze, il mantenimento di relazioni vitali può essere difficile perché le visite sono molto costose per le famiglie a basso reddito e ciò può rappresentare un peso per chi visita parenti detenuti. Agevolare le spese di viaggio per la famiglia e gli amici, come dimostrato dalle visite assistite previste in Inghilterra, Galles e Scozia, dovrebbe essere una pratica standard in tutta l'Ue.
Privacy e intimità. Quando i familiari visitano i propri cari, la necessità di privacy e di intimità sono di primaria importanza. Da una ricerca effettuata in alcuni istituti penitenziari francesi si è dimostrato che una giusta privacy comporta benefici e migliora i legami familiari, senza compromettere la sicurezza. La ricerca ha indicato anche che la tensione in carcere viene ridotta se per i detenuti sono ammesse visite private. Secondo l'osservatorio il sistema francese Familial Visit unità (Uvf) dovrebbe essere attuato in tutte le carceri d'oltralpe e sperimentato in ogni paese.
Ruolo della tecnologia. Oggi la tecnologia digitale offre la possibilità di mantenere i contatti tra detenuti e famiglie, anche quando per queste ultime vi è l'impossibilità di intraprendere viaggi. In tutta l'Ue, coloro che non sono in grado di viaggiare per fare visita ai propri cari (a causa della distanza, malattia, disabilità o età) traggono grande vantaggio dall'adozione dei sistemi di visite-video, sviluppata da Apex e il Prison Service scozzese. Tale tecnologia è inoltre a basso costo e sicura, come dimostrato in Scozia.
Colmare il gap digitale dei detenuti. Per coloro che devono scontare pene detentive a medio e lungo termine c'è il forte rischio che si allarghi il divario digitale. Il XXI secolo è stato testimone di una rivoluzione digitale e la velocità del cambiamento significa che i prigionieri possono essere tagliati fuori da questi sviluppi e sono in un notevole svantaggio sociale. Per questo, secondo l'osservatorio, è necessario stabilire un programma globale di cyber-accesso sicuro in tutta l'Ue, già attuato nel sistema penale francese.
Istruzione come sviluppo personale del detenuto. L'accesso ai corsi incentrati sull'apprendimento dovrebbe essere un punto centrale per tutti gli istituti dell'Unione Europea. il Union. Alcune ricerche condotte in Italia dimostrano che l'accesso all'istruzione universitaria può essere trasformativo per l'individuo in termini di auto-riflessione e di sviluppo personale. I corsi di apprendimento, inoltre, possono ampliare le opportunità di lavoro.
Dieci pillole che possono contribuire a rendere più accettabili le condizioni di vita di chi deve pagare i propri errori vivendo quotidianamente tra quattro mura.
Ma qual è ad oggi la situazione carceraria italiana? Buone e cattive notizie sono state elencate dall'osservatorio europeo. Partiamo con le note dolenti. Le condizioni di vita in carcere nel Belpaese sono purtroppo ancora degradanti. I diritti fondamentali non sono spesso garantiti ai detenuti, prima di tutto per quanto riguarda la salute. Una percentuale molto ridotta della popolazione carceraria ha accesso al lavoro, ciò anche perché gli stipendi sono ben lungi dall'essere sufficienti.
Dal maggio 2013, quando cioè la Corte europea dei Diritti umani ha condannato l'Italia per le inumane condizioni carcerarie, varie disposizioni normative e amministrative sono state adottate al fine di ridurre la popolazione carceraria e per migliorare la qualità di vita interna. Anche se il sistema penitenziario italiano è ancora sovraffollato, il numero di detenuti è in diminuzione, di circa 11.500 unità negli ultimi 18 mesi e in molte strutture carcerarie i detenuti sono ora autorizzati a trascorrere una parte significativa del giorno del loro celle.