sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Antonio Bravetti

La Stampa, 28 novembre 2023

Pagelle per i magistrati, aggiornate costantemente, ma niente test psico-attitudinali per l’accesso alla professione. Il Consiglio dei ministri ha licenziato ieri le nuove norme in materia di giustizia. “Il governo sta realizzando i progetti di Berlusconi”, esulta Forza Italia. Sullo sfondo restano le polemiche tra Guido Crosetto, che ha puntato il dito contro “l’opposizione giudiziaria”, e l’Associazione nazionale magistrati.

“La magistratura qualche volta è entrata a gamba tesa”, concorda il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Il ministro non resti nel vago - chiede il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia - se c’è qualcosa da denunciare o da chiarire lo faccia”. Stessa richiesta arriva dalle opposizioni, che invitano il titolare della Difesa a riferire in aula al più presto. “Crosetto chiarisca in Parlamento se ha elementi concreti - attacca Elly Schlein - e se li ha li porti a chi di dovere, altrimenti ritiri quanto ha detto”. Lui manifesta disponibilità: “La mia è una preoccupazione, non un attacco. Voglio riferire in Parlamento”. Intanto, incassa gli applausi di Italia Viva e Azione: “Noi sottoscriviamo le parole del ministro”, fanno sapere dal partito di Carlo Calenda. “Perché Meloni ha bloccato la riforma Nordio?”, chiede Matteo Renzi.

Via libera del Cdm alle cosiddette “pagelle” per le toghe. Fino a oggi si raccoglieva ogni quattro anni la documentazione utile per la valutazione del magistrato; ora il fascicolo viene alimentato costantemente con tante voci di valutazione: indipendenza, imparzialità, produttività, laboriosità. Sulla capacità di “organizzare il lavoro”, voce che viene esaminata al momento di concorrere per incarichi direttivi, la valutazione viene espressa secondo una scala di giudizio, da discreto a ottimo. In caso di valutazione non positiva o negativa, sono state ridotte le ipotesi di dispensa dal servizio, con penalizzazioni economiche e di carriera per il magistrato. Non entra invece nel provvedimento, almeno per ora, la norma che introdurrebbe i test psico-attitudinali per i magistrati. L’ipotesi è stata valutata prima del Cdm su sollecitazione del sottosegretario alla Presidenz del Consiglio Alfredo Mantovano, ma, visto il clima, si è preferito rinviare.

Intanto, il dibattito sui sospetti lanciati da Crosetto resta incandescente. “Giorgia Meloni guida il governo dei complotti immaginari e dei nemici a tutti i costi, evocati per delegittimare gli altri poteri dello Stato e per non parlare dei tagli alle pensioni e alla sanità di questa manovra”, dice Schlein. Elisabetta Piccolotti, di Avs, invita il cofondatore di Fratelli d’Italia a comparire davanti alla commissione Antimafia per “un chiarimento”. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, si associ: “Crosetto venga con urgenza a spiegare”.

Oggi la presidenza della commissione Antimafia esaminerà la richiesta delle opposizioni di audire il titolare della Difesa. Lui ribatte: “Vengo attaccato, insultato, minacciato, offeso. Preventivamente. Dovrei avere paura? Non ne ho”. Diversi gli atteggiamenti di Italia Viva e Azione. In particolare sul passaggio in cui Crosetto riferisce di aver saputo di “riunioni di una corrente della magistratura in cui si dibatte di come fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”. Enrico Costa, di Azione, condivide: “Crosetto non ha parlato di inchieste, ma di riunioni di corrente”.

Renzi non vede l’ora di approfondire i sospetti del ministro: “Se vogliamo parlare di rapporti complicati tra magistratura e politica facciamo pure - propone - ma siccome loro sono al governo, ciò che dovrebbero raccontare agli italiani è perché Giorgia Meloni all’improvviso ha bloccato la riforma della giustizia. Di cosa ha paura Giorgia Meloni?”. Di nulla, a sentire il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli: “Che la riforma della giustizia sia stata messa in un cassetto lo sostiene Renzi, che fa l’opposizione e legittimamente critica tutto e tutti. Ma la volontà da parte di questa maggioranza di riformare la giustizia c’è”.