di Gabriella Cerami
La Repubblica, 12 agosto 2024
In agenda c’è la revisione del carcere preventivo. Forza Italia: si cambi il rischio di reiterazione del reato. Braccio di ferro sui trojan. Forza Italia accelera, Fratelli d’Italia è più cauta. L’obiettivo è comune, ma come raggiungerlo è ancora da dimostrare. Di certo, l’esecutivo ha fatto sapere che il prossimo provvedimento, in materia di giustizia, servirà a modificare la custodia cautelare in carcere, anche se un’idea condivisa ancora non c’è.
Il ministro Carlo Nordio ne ha parlato durante il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi quando il Parlamento stava votando il decreto sugli istituti penitenziari. I forzisti, insieme al Guardasigilli, sarebbero favorevoli anche ad eliminare il pericolo di reiterazione del reato dalle fattispecie per cui si può ricorrere alla carcerazione preventiva. Il capogruppo azzurro in commissione Giustizia alla Camera, Tommaso Calderone, ricorda infatti che “da tempo noi di FI diciamo che si deve intervenire perché il concetto di ‘rischio di reiterazione del reato’, uno di quelli per il quale si dispone la custodia cautelare, è troppo vago”. Così, la sua proposta di legge, una tra le undici depositate sul tema, prevede che dopo 60 giorni dall’applicazione della misura cautelare, tranne quando si sia in presenza di reati gravi come mafia e terrorismo, il giudice debba rivalutare il rischio di reiterazione. E se non ci sono “ulteriori esigenze cautelari”, l’indagato deve tornare in libertà.
Questo testo è uno tra i tanti. Due sono stati depositati da Davide Bellomo della Lega, ben tre da Enrico Costa di Azione e gli altri da Pietro Pittalis di FI, da Edmondo Cirielli di FdI, da Roberto Scarpinato dei 5Stelle e da Riccardo Magi di +Europa. Il tema c’è ed è divisivo, per questo il governo proverà a fare una sintesi presentando un suo testo. Intanto è stato proprio il partito della premier Giorgia Meloni a far cancellare dall’ordine del giorno presentato da Costa la parte che riguarda la reiterazione del reato.
Quindi la discussione è stata rimandata a settembre e Matteo Renzi è pronto a farne parte, a costo di allontanarsi dal Campo largo che vorrebbe costruire: “Parliamone”. Il leader di Italia viva ha respinto invece la proposta della Lega, pronta anche questa ad arrivare in Parlamento, di uno scudo penale per i presidenti di Regione. E Costa, sempre più in sintonia con Forza Italia sui temi della giustizia, ha annunciato che a settembre depositerà una proposta di legge per disciplinare l’uso del trojan, il sistema di captazione considerato da molti parlamentari “eccessivamente invasivo” rispetto a quello delle normali intercettazioni. Intercettazioni che restano comunque il pallino del ministro Nordio, su cui vuole tornare all’attacco. Ma anche su questo Meloni sembra essere più prudente.