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di Luigi Ippolito

Corriere della Sera, 8 febbraio 2024

Il premier britannico si è attirato biasimo e derisione per aver accettato di puntare mille sterline sulla possibilità di riuscire a deportare in Ruanda gli immigrati illegali. Una scommessa avventata: e non solo per il rischio di perdere la posta, ma per l’ennesima figuraccia pubblica che ha comportato. Il premier britannico Rishi Sunak si è attirato biasimo e derisione per aver accettato di puntare mille sterline sulla possibilità di riuscire a deportare in Ruanda gli immigrati illegali: e già su questo ci sarebbe da ridire, perché si è messo di fatto a scherzare su un dramma umano. Ma soprattutto ha lasciato a bocca aperta la sua nonchalance nel buttar via una somma che per molti britannici resta più che ragguardevole.

È successo che durante un’intervista televisiva il controverso e provocatorio giornalista Piers Morgan gli abbia teso un agguato: “Scommetto mille sterline - ha detto - che non metterai nessuno su quegli aerei prima delle elezioni. Accetti la scommessa?”. Al che Sunak ha abboccato e gli ha stretto la mano. Per lui, riuscire a mettere in atto il “Piano Ruanda” è una priorità assoluta: anche a costo di mettersi in ridicolo.

I laburisti sono partiti lancia in resta, facendo notare che di fronte a un costo della vita alle stelle e a tassi dei mutui impazziti, sono ben pochi quelli che possono permettersi di buttare al vento mille sterline: “Questo dimostra solo che Rishi Sunak è totalmente fuori dal mondo rispetto alla gente che lavora”. E i nazionalisti scozzesi lo hanno addirittura deferito per violazione del codice ministeriale. Il premier è stato costretto a fare marcia indietro, a dichiarare di essere stato colto di sorpresa e di “non essere una persona che sommette”. Ma ormai la frittata era fatta e ha solo rafforzato la percezione che Sunak viva su un altro pianeta, incapace di comprendere i bisogni e i travagli della gente comune: dopotutto, lui è sposato con la figlia di uno degli uomini più ricchi d’India e la loro fortuna familiare è stimata superiore a quella di re Carlo. Il premier si era già in passato attirato ironie per i suoi abiti di sartoria, le scarpe di lusso e il sorriso catarifrangente: ora scambia pure la politica per un casinò.