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di Liana Milella

La Repubblica, 19 luglio 2023

“Presto a separarsi sarà Nordio dal ministero della Giustizia”. L’ex procuratore Piero Grasso parla così del Guardasigilli e ricorda come, giusto un anno fa, i meloniani dicessero a Palermo “parole di fuoco contro mafiosi e corrotti”.

Oggi, 31 anni dalla morte di Borsellino. Perché attaccare adesso i magistrati di Firenze che cercano di fare luce su tutte le stragi?

“Evidentemente, ancora una volta, quando i pm toccano i politici diventano scomodi. È accaduto sempre così. Sono gli unici che stanno cercando ancora la verità, che dovrebbe stare a cuore a tutti, politica compresa. Bloccare le indagini significherebbe offendere la memoria delle vittime e il dovere stesso di fare giustizia”.

Marina Berlusconi chiede proprio questo nella sua lettera, evitare la “damnatio memoriae”...

“Comprendo il suo dolore, ma nessuno può dire “basta indagini” sulle stragi. Proprio su via d’Amelio ci sono voluti anni per ribaltare addirittura sentenze definitive, e ci sono ancora troppi misteri da risolvere. Ne ricordo solo alcuni: la presenza dei servizi segreti qualche minuto dopo l’esplosione, la tuttora misteriosa sparizione dell’agenda rossa, di cui certamente non si è impossessata la mafia. E ancora, la presenza di un estraneo a Cosa nostra giusto nel momento dell’innesco dell’autobomba”.

Sono i misteri che la politica vuole mantenere tali...

“Certo. Come la centralità dei Graviano in questa strage e in quelle successive fino al loro arresto a Milano, dopo il fallito attentato all’Olimpico. Si deve cercare sempre la verità. Lo dobbiamo alle vittime, ai loro familiari, a tutti i cittadini. Si deve esorcizzare l’incubo di indicibili partecipazioni esterne rimaste occulte”.

Stavolta l’attacco di tutti è più duro e colpisce la stampa...

“Lo giudico feroce e scomposto, tende a sopprimere le voci critiche. O addirittura a relegare i giornalisti nei vagoni dei treni lontani da quello presidenziale per non correre il rischio di domande non concordate. La delegittimazione continua della magistratura e della stampa è un brutto segnale, non vorrei che a forza di ribadire il sostegno ad Orban si guardasse con invidia a quel modello che va contro i principi costituzionali”.

Meloni oggi non andrà alla fiaccolata. FdI ha cambiato registro contro la mafia?

“Per tutta la scorsa legislatura, in commissione Antimafia e in commissione Giustizia al Senato sui temi della criminalità organizzata le mie proposte hanno sempre avuto il voto di FdI, pur se eravamo ai lati opposti dell’aula. Un anno fa sono stato invitato a Palermo a commemorare Borsellino a un convegno di FdI, e lì ho sentito parole di fuoco contro mafiosi e corrotti. C’è un corto circuito generale sui temi della giustizia anche nel governo”.

Eh già, tant’è che erano pronti a cambiare il concorso esterno…

“Io mi chiedo, è mai possibile che si crei un reato per chi va ai rave e poi si voglia cancellare il concorso esterno in associazione mafiosa? Per incastrare i professionisti che per la criminalità riciclano il denaro o truccano gli appalti dobbiamo aspettare che vadano a ballare o lancino la vernice sui muri del Senato?”.

Nordio ormai ha l’appoggio di Forza Italia, nonché di Costa e Renzi, per separare le carriere...

“Mi chiedo piuttosto quanto tempo passerà prima che a separarsi sia la carriera di Nordio da quella di ministro. Quante volte si può sopportare di essere sconfessati prima di gettare la spugna? In questi mesi, contraddicendo la sua storia e i suoi dotti editoriali, tutto quello che è stato fatto sulla giustizia si è risolto nel creare nuovi e risibili reati o inutili inasprimenti di pene a seguito di eclatanti casi di cronaca, dai rave all’imbrattamento dei monumenti, mentre sulle cose importanti o non sono stati fatti passi o si preannunciano passi indietro. Sembra un garantismo a senso unico, verso i potenti e contro i deboli. Mentre non si è fatto nulla per accorciare di un solo giorno i tempi della giustizia. Questa sì che sarebbe una riforma epocale”.

Invece lui vuole togliere l’imputazione coatta...

“È un doveroso controllo del pm da parte del giudice. È un esempio chiaro di quanto non serva separare le carriere perché già ora non c’è appiattimento dei giudici sulle richieste dei pm”.

Invece Nordio persegue le fughe di notizie e potrebbe mandare gli ispettori a Firenze...

“Già, tranne quando a parlare in modo, diciamo leggero, è il suo sottosegretario Delmastro. Allora diventa sofista e lo difende in aula: due pesi e due misure”.

Ormai Chigi e Arenula usano le fonti anonime contro la magistratura...

“Strano perché la politica chiede in genere alle toghe di buttare nel cestino gli anonimi nei loro confronti. E comunque io non vedo complotti: sia il caso Santanchè che il caso Delmastro sono stati gestiti con misura e riservatezza, da magistrati attenti e da procuratori che, al pari di Nordio, non possono certo essere definiti toghe rosse”.