di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 10 agosto 2024
Intervista a Roberto Giachetti, che con Nessuno tocchi Caino ha presentato un esposto contro il ministero della Giustizia: “Essere garantisti non vuol dire essere irresponsabili. Prima di andarci le ho tentate tutte in Parlamento. Nordio da Mattarella? Il presidente ha già parlato, dovrebbero solo ascoltarlo”. Insieme a Nessuno tocchi Caino - associazione che si occupa dei diritti dei carcerati - Roberto Giachetti, parlamentare di Italia Viva, radicale, da sempre attento alle carceri e ai diritti dei detenuti, si è presentato ai Carabinieri per denunciare il ministro Nordio e i suoi sottosegretari per l’emergenza carceri.
Qualcuno si è stupito nel vederla rivolgersi ai pm...
L’ho visto, anche Enrico Costa (deputato di Azione n.d.r), di cui ho molta stima. La Lega, invece, che portava il cappio in Aula, vorrebbe insegnare il garantismo a me... Essere garantisti non vuol dire essere irresponsabili: se mi rendo conto che di una situazione che ha causato e potrebbe causare lesioni, mi rivolgo alla magistratura. Sarà poi quest’ultima a stabilire, ma non mi si dica “ah, hai messo tutto in mano ai pm”. Chi ha messo tutto in mano ai pm? Io avevo messo tutto in mano al Parlamento.
Si riferisce al nulla di fatto sul ddl che porta il suo nome, che incentivava la liberazione anticipata?
Non è che mi sono alzato una mattina e ho deciso di andare dai pm: ho esperito tutti i tentativi sul piano politico affinché si occupassero del dramma che si sa consumando. Da febbraio, da quando cioè è iniziato l’allarme per i suicidi in carcere, abbiamo iniziato a fare iniziative. Una di queste mi ha visto fare quasi due mesi di sciopero della fame, con Rita Bernardini. In quello stesso periodo abbiamo messo in campo la proposta in questione, che interveniva sull’emergenza del sovraffollamento. Quest’ultimo è dovuto anche ai numerosi reati che si sono inventati: altro che svuotacarceri, qui il problema è il riempicarceri. Dopo una serie di tira e molla, di slittamenti, è stato chiesto un altro rinvio con la scusa che era stato varato il decreto carceri. Ora è stato rinviato in commissione: non ci hanno neanche messo la faccia per bocciarlo, è una presa in giro. Il tema non è tanto che non abbiano mandato avanti la mia proposta, ma che non abbiamo messo in campo altre soluzioni: il dl carceri non interviene in nessun modo sul sovraffollamento, non lo cita neanche. Non solo non fanno niente, non consentono neanche che ci sia un libero dibattito in Aula su una proposta alternativa.
Cosa ha scritto nell’esposto?
È incentrato sull’articolo 40 del codice penale (ce lo legge, ndr). Sono convinto che la situazione che c’è in carcere sia anche frutto della loro omissione. Vorrei sapere se l’assunto “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo” vale solo per i comuni cittadini o anche per i governanti. Non possono non essere consapevoli della situazione che c’è nei penitenziari. Se il quadro è questo, sono convinto che loro abbiano un disegno: fare in modo che la situazione degeneri per fare un’operazione repressiva.
Il sottosegretario alla Giustizia di FdI, Andrea Delmastro, sentendo queste sue accuse, ha detto che sono parole inaccettabili e che con queste denunce si soffia sul fuoco...
Non so Delmastro quante volte sia stato in carcere, io ci vado da 35 anni, insieme ai Radicali, alle associazioni, ai garanti. Non posso far finta di non vedere che loro non vogliono intervenire. La situazione esplode non perché io dico “troviamo una soluzione”, ma perché loro vedono ciò che accade e deliberatamente non fanno nulla.
C’è un grande dibattito nella maggioranza sulle possibili modifiche della custodia cautelare, lei è d’accordo?
Assolutamente sì, ma vorrei fare presente qualsiasi modifica scatterà per il futuro. Il problema dei 61mila detenuti presenti in carcere, che diventeranno 65mila a fine anno. Il sistema per alleggerire la pressione nelle carceri deve essere trovato, ora. Al di là delle perversioni ideologiche di questo o quel politico. E intervenire sulla liberazione anticipata è un buon metodo. Vorrei ricordare che durante il Covid anche i più duri e puri sono stati costretti a intervenire facendo uscire delle persone dal carcere. E il ministro si chiamava Alfonso Bonafede, non esattamente un garantista.
Ha visto che Nordio vuol andare da Mattarella a parlare di carcere?
Sono curioso di cosa gli dirà, a me pare che tutto ha una funzione comunicativa, perché Mattarella delle condizioni delle carceri ha già parlato: lo ha fatto quando si è insediato, quando ha convocato il capo del Dap dopo i primi suicidi, quando ha letto la lettera dei detenuti di Brescia. E ha detto parole molto chiare. Dovrebbero solo ascoltarlo.