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di Anna Pizzo

dinamopress.it, 23 ottobre 2024

Settantacinque detenuti che si sono tolti la vita in dieci mesi nelle carceri sono l’esito di una strage annunciata e di una piramide politica fatta di responsabilità e omissioni. Più che di suicidi sarebbe arrivato il momento di parlare di omicidi perché chi si è tolto la vita ha pagato il prezzo della solitudine e della disperazione. Intanto, il governo decide di affidare questa patata bollente al “mercato” e pensa a privatizzare. Dei detenuti nelle 190 carceri italiane sappiamo i numeri esatti, ce lo dicono le associazioni che da anni se ne occupano, ma anche il Ministero della giustizia e i garanti e i sindacati degli agenti di custodia e il parlamento. Tutti producono ricerche, statistiche, analisi, valutazioni. Sappiamo che sono 62mila, che uno su tre è dentro per reati contro la legge sugli stupefacenti (nei quali è compresa la cannabis) e che questo terzo nella stragrande maggioranza non è imputato di traffico ma di spaccio. Sappiamo che il 25% è in attesa di giudizio e che di media i tempi di questa “attesa” sono una variabile impazzita, tanto che attualmente almeno seimila sono in carcere senza ancora aver messo piede in un tribunale.

Sappiamo che il costo medio annuo destinato agli istituti di pena è stato di 2 miliardi e mezzo di euro e che più dell’80% dei costi vanno a pagare il personale (polizia penitenziaria, amministrativi, dirigenti, educatori, ecc.), il 13% al mantenimento dei detenuti (corredo, vitto, cure sanitarie, istruzione, assistenza sociale, ecc.), il 4% è stato speso per la manutenzione delle carceri e il 3% per il loro funzionamento (energia elettrica, acqua, ecc.). A conti fatti, infine, sappiamo che il costo medio giornaliero di ogni singolo detenuto è stato di 138 euro.

Sappiamo, infine, ed eccoci alla tragedia nella tragedia, che quest’anno il numero delle persone che si sono suicidate in carcere sta superando il “record” del 2022 di 85, all’11 ottobre scorso erano già 75. Sappiamo che il più giovane che si è tolto la vita aveva 21 anni, il più anziano 66. Sappiamo tutto questo ma dei detenuti non sappiamo nulla. Ancora statistiche, ancora numeri. Ma dietro le statistiche e i numeri ci sono le storie.

A fare una meticolosa ricostruzione delle biografie delle persone che hanno preferito togliersi di mezzo piuttosto che rassegnarsi a un destino di sofferenza in questo ultimo anno, unica nel panorama dell’informazione, è stata la giornalista dell’agenzia di stampa Agi, Manuela D’Alessandro, che, in poche righe è stata capace di restituire alle vittime uno scampolo di umanità.

Vorrei riproporre questo lungo elenco di quelli che, a tutti gli effetti, non dovremmo chiamare suicidi ma omicidi perché non è difficile individuare, scavando nei loro percorsi, responsabilità e omissioni. L’articolo è stato scritto nell’agosto scorso quindi mancano “all’appello” undici vittime che si sono tolte la vita negli ultimi due mesi.

6 gennaio 2024: Matteo Concetti, 23 anni. Stava male da tempo, soffriva di disturbo bipolare. Era rientrato nel carcere di Ancona perché, svolgendo la pena alternativa lavorando in una pizzeria, aveva sforato sull’orario di rientro a casa. Il 5 gennaio aveva detto alla madre: “Se mi riportano in isolamento, mi ammazzo”.

8 gennaio 2024: Stefano Voltolina, 26 anni, detenuto a Padova, soffriva di depressione. Una volontaria ha affidato il suo ricordo a ‘Ristretti orizzonti’: “Era sveglio, buono, curioso. Abbiamo fallito”.

10 gennaio 2024: Alam Jahangir, 40 anni, originario del Bangladesh, si è impiccato con un pezzo di lenzuolo a Cuneo, pochi giorni dopo il suo ingresso.

12 gennaio 2024: Fabrizio Pullano, 59 anni, si è impiccato nel padiglione di alta sicurezza del carcere di Agrigento.

15 gennaio 2024: Andrea Napolitano, 33 anni. A Poggioreale per l’omicidio della moglie, soffriva di disturbi psichiatrici.

15 gennaio 2024: Mahomoud Ghoulam, 38 anni, marocchino senza fissa dimora, era entrato da poco a Poggioreale.

22 gennaio 2024: Luciano Gilardi, gli mancava un mese alla libertà ma è morto prima da detenuto a Poggioreale.

23 gennaio 2024: Antonio Giuffrida, 57 anni, era in carcere a Verona Montorio per truffa.

24 gennaio 2024: Jeton Bislimi, 34 anni, si è ucciso nel carcere di Castrogno a Teramo: musicista macedone, 34enne, aveva provato ad ammazzare sua moglie. Aveva già tentato il suicidio.

25 gennaio 2024: Ahmed Adel Elsayed, 34 anni, è stato trovato dagli agenti impiccato nel bagno della sua cella a Rossano Calabro. Gli mancava poco per il fine pena.

25 gennaio 2024: Ivano Lucera, 35 anni, si è impiccato nel carcere di Foggia. Soffriva di dipendenze.

28 gennaio 2024: Michele Scarlata, 66 anni, si è ucciso nel carcere di Imperia pochi giorni dopo esserci entrato con l’accusa di avere tentato di uccidere la compagna.

3 febbraio 2024: Alexander Sasha, ucraino di 38 anni, aveva già tentato di tagliarsi la gola prima di impiccarsi a Verona Montorio.

3 febbraio 2024: un detenuto disabile di 58 anni si è impiccato nel carcere di Carinola (Caserta). Il suo nome non è noto.

8 febbraio 2024: Hawaray Amiso, 28 anni, doveva scontare solo tre mesi a Genova. Invece avrebbe “manomesso la serratura del cancello della cella per ritardare l’intervento degli agenti di custodia” prima di impiccarsi.

10 febbraio 2024: Singh Parwinder, 36 anni, bracciante agricolo, si è ucciso nel bagno del carcere di Latina.

11 febbraio 2024: cittadino albanese, 46 anni, imprenditore. Si è ucciso a Terni. Gli erano state revocate da poco le misure alternative al carcere.

13 febbraio 2024: Rocco Tammone, 64 anni, era in semilibertà. Rientrato dal lavoro, si è ucciso nel cortile del carcere di Pisa.

14 febbraio 2024: Matteo Lacorte, 49 anni, si è impiccato nel carcere di Lecce nel reparto di massima sicurezza. La Procura indaga per istigazione al suicidio.

26 febbraio 2024: cittadino marocchino, 45 anni, si è impiccato a Prato.

12 marzo 2024: Jordan Tinti, trapper, 27 anni, in carcere a Pavia per rapina aggravata dall’odio razziale. Aveva tentato il suicidio pochi mesi prima

13 marzo 2024: Andrea Pojioca, senza fissa dimora, 31 anni, ucraino. In carcere a Poggioreale per tentata rapina.

13 marzo 2024: Patrick Guarnieri, è morto il giorno in cui compiva 20 anni per asfissia nel carcere di Teramo. Il pm indaga perché l’autopsia lascia dei dubbi che si sia trattato davvero di suicidio.

14 marzo 2024: Amin Taib, 28 anni, tossicodipendente, si è ucciso nella cella di isolamento a Parma.

21 marzo 2024: Alicia Siposova, 56 anni, slovacca, si è suicidata mentre era in corso una visita del cardinale Matteo Zuppi nel carcere di Bologna.

24 marzo 2024: Alvaro Fabrizio Nunez Sanchez, 31 anni, attendeva come molti l’ingresso in una Rems da alcuni mesi per gravi sofferenze psichiatriche. Invece si è ucciso nel carcere di Torino.

27 marzo 2024: cittadino italiano, 52 anni, di cui non state rese note le generalità, si è impiccato al cancello della cella con il laccio dei pantaloni nel carcere di Tempio Pausania.

1 aprile 2024: Massimiliano Pinna, 32 anni, si è impiccato al secondo giorno di carcere a Cagliari dove era stato portato per un furto.

7 aprile 2024: Karim Abderrahin, 37 anni, si è impiccato in cella a Vibo Valentia.

10 aprile 2024: Ahmed Fathy Ehaddad, 42 anni, egiziano, attendeva l’inizio del processo per un caso di violenza sessuale nel carcere di Pavia.

17 aprile 2024: Nazim Mordjane, 32 anni, palestinese, è morto inalando gas da un fornello da campeggio nel carcere di Como. Nel settembre dell’anno scorso era evaso ferendo un agente di polizia.

22 aprile 2024: Yu Yang, 36 anni, si è impiccato attaccandosi alla terza branda del letto a castello a Regina Coeli.

4 maggio 2024: Giuseppe Pilade, 33 anni, pativa disturbi psichiatrici e sarebbe dovuto stare in una Rems ma, come per la maggior parte di chi ci dovrebbe stare, non c’era posto per lui e si è tolto la vita nel carcere di Siracusa.

16 maggio 2024: Santo Perez, 25 anni, si è impiccato nella sezione media sicurezza del carcere di Parma.

23 maggio 2024: Maria Assunta Pulito, 64 anni, si è soffocata con due sacchetti di plastica annodati intorno alla testa e alla gola a Torino. Accusata di violenza sessuale assieme al marito, aveva sempre respinto le accuse.

2 giugno 2014: George Corceovei, 31 anni, ha approfittato che due detenuti uscissero dalla cella che condividevano con lui per impiccarsi a Venezia.

2 giugno 2024: Mustafà, 23 anni, si è impiccato nel carcere di Cagliari ma il suo corpo non ha ceduto subito. È morto due giorni dopo in ospedale.

4 giugno 2024: Mohamed Ishaq Jan, pakistano, 31 anni. Da una decina di mesi aspettava di essere processato per lesioni e rapina a Roma Regina Coeli.

11 giugno 2024: Domenico Amato, 56 anni, viene trovato impiccato alla mattina presto nel carcere di Ferrara. Con la sua morte, è stato osservato, lo Stato ha perso due volte perché era un collaboratore di giustizia e perché era nella custodia dello Stato.

13 giugno 2024: A.L.B., italiano di 38 anni, si è tolto la vita nel carcere di Ariano Irpino impiccandosi alle otto della sera.

14 giugno 2024: Alin Vasili, 46 anni, rumeno, si è impiccato nel penitenziario di Biella.

15 giugno 2024: Giuseppe Santolieri, 74 anni, condannato a 18 anni per l’omicidio della moglie, si è ucciso nel carcere di Teramo soffocandosi con una corda. Lo aveva annunciato ai compagni di prigionia: “Non posso più andare avanti”.

15 giugno 2022: un detenuto di 43 anni si è impiccato nel carcere di Sassari con un lenzuolo nel reparto ospedaliero.

21 giugno 2024: Alì, un ragazzo algerino di 20 anni, si è impiccato nel carcere di Novara. “Con un cappio rudimentale”, riferisce il sindacato della penitenziaria. Era detenuto per reati di droga.

Immagine da Openverse di Clarita82, Asinara

26 giugno 2024: Francesco Fiandanga di 28 anni, che lavorava nella cucina ed era impegnato in diverse attività rieducative, si è impiccato nel carcere ‘Malaspina’ di Caltanissetta.

27 giugno 2024: Luca D’Auria, un ragazzo di 21 anni, già sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, si è ucciso inalando gas nel carcere di Frosinone.

27 giugno 2024: egiziano, 47 anni, stava scontando una condanna. Si è impiccato con la cintura nel carcere genovese di Marassi.

1 luglio 2024: Giuseppe Spolzino, un ragazzo di 21 anni, si è impiccato nel carcere di Paola. Nel maggio del 2027, a 24 anni, avrebbe potuto ricominciare, uscendo.

2 luglio 2024: un uomo di cui non sono note le generalità si è ucciso nel carcere di Livorno a 35 anni.

4 luglio 2024: Yousef Hamga, 20 anni, egiziano, si è impiccato nella casa circondariale di Pavia.

4 luglio: nel carcere Sollicciano di Firenze si è tolto la vita il ventenne Fedi Ben Sassi. Poco prima di uccidersi, era saltata per mancanza di connessione una sua chiamata alla madre in Tunisia.

7 luglio 2024: Vincenzo Urbisaglia, accusato dell’omicidio della moglie, si è ucciso a 81 anni nel carcere di Potenza. Ai legali era stata negata pochi giorni prima la scarcerazione chiesta per il suo stato psicofisico.

9 luglio 2024: Fabrizio Mazzaggio, 57 anni, si è impiccato nel bagno della sua cella a Varese. Aveva problemi di tossicodipendenza.

12 luglio 2024: Fabiano Visentini, 51 anni, si è ucciso a Verona Montorio.

13 luglio 2024: un uomo di 45 si è suicidato a Monza chiudendosi la testa in un sacchetto di plastica nella cella dove stava da solo.

15 luglio 2024: Alessandro Patrizio Girardi, 37 anni, detenuto per spaccio, si è impiccato nella sua cella nella casa circondariale Santa Maria Maggiore a Venezia dove stava per reati legati alla droga.

21 luglio 2024: alla Dozza di Bologna si è tolto la vita Musta Lulzim, 48 anni, albanese. È stato trovato impiccato nella sua cella infuocata dall’estate.

25 luglio 2024: Giuseppe Pietralito, 30 anni, si è ammazzato in cella a Rebibbia dopo avere manomesso la porta per ritardare i soccorsi. Aveva saputo da poco che sarebbe uscito nel 2026, 4 anni prima del previsto perché gli era stata riconosciuta la continuazione dei reati. “Ma non ho un lavoro, nessuno crederà in me”, aveva detto ai suoi legali.

27 luglio: ennesimo suicidio a Prato dove un giovane di 26 anni si è tolto la vita.

28 luglio 2024: Ismael Lebbiati, 27 anni, fine pena previsto nel 2032, si è impiccato nel carcere di Prato dove nelle ore precedenti c’era stata una rivolta.

30 luglio 2024: Kassab Mohammad si è suicidato a 25 anni nel reparto isolamento del carcere di Rieti dov’era stato portato dopo i disordini del giorno prima.

3 agosto 2024: un recluso marocchino, 31 anni, senza dimora, si è impiccato nel carcere di Cremona.

5 agosto: nel bagno del Tribunale di Salerno, dopo la convalida del suo arresto, si è ammazzato stringendosi un cappio al collo Luca Di Lascio, arrestato per codice rosso.

5 agosto 2024: a Biella, A.S., albanese, 55 anni, stava facendo lo sciopero della fame perché aveva chiesto di essere trasferito in un carcere più vicino ai suoi familiari. Poi, si è ucciso.

7 agosto: 35 anni, tunisino, si è tolto la vita impiccandosi con un laccio dei pantaloni nel carcere di Prato.

Non si uccidono così anche i cavalli? Forse però, a ben guardare, come nel film di Sydney Pollack del 1969, anche qui fa capolino, fra disumanità e indifferenza, anche un goloso business. Si tratta della nuova “impresa” firmata dall’allora presidente del consiglio Mario Monti nel 2012 e oggi in via di attuazione a opera del ministro della giustizia Nordio, della privatizzazione delle prigioni. È infatti Bolzano il luogo del primo carcere privato italiano secondo la più rodata tradizione delle privatizzazioni all’italiana: lo Stato mantiene la gestione della sicurezza e quindi le spese e le linee di indirizzo per il lavoro di polizia penitenziaria ed educatori, mentre il privato si occupa di tutto il resto, dalla costruzione alla gestione, comprese le attività sportive, formative e ricreative.

Questo significa che la funzione rieducativa del carcere, prevista dalla nostra Costituzione, sarà regolata da un attento calcolo di costi e ricavi, magari a discapito della qualità. E nel Ddl Nordio approvato lo scorso agosto si va oltre facendo riferimento a “strutture” non meglio definite che dovrebbero affiancare gli istituti di pena. Tanto che il Coordinamento nazionale comunità d’accoglienza (Cnca) ha denunciato la volontà del governo di creare carceri private definite “comunità chiuse in stile Muccioli”.