Italia Oggi, 23 ottobre 2024
Il responsabile dell’Organismo congressuale forense: nonostante alcune recenti riforme processuali siano state in linea con le richieste dell’avvocatura, il diritto penale è stato progressivamente modificato in senso repressivo e autoritario. L’Organismo Congressuale Forense (OCF) esprime grande preoccupazione per l’indirizzo intrapreso dal Governo in tema di azione penale e risposta giudiziaria, ritenendolo lesivo degli interessi dei cittadini e contrario ai valori fondamentali di una società giusta e democratica. L’ultimo disegno di legge, il cosiddetto “Pacchetto Sicurezza”, già approvato dalla Camera dei Deputati, rappresenta solo l’ennesimo tassello di una serie di riforme che mirano a creare uno Stato oppressivo. I diritti dei cittadini sono costantemente compressi e messi a rischio dall’ipotesi di incriminazioni e condanne, perfino per l’espressione di opinioni dissenzienti.
“Con questo ddl Sicurezza, il Governo sta promuovendo un diritto penale autoritario, che colpisce le fasce più deboli della società: senzatetto, immigrati, detenuti e persino chi manifesta dissenso. Queste modifiche non affrontano i veri problemi, come il sovraffollamento carcerario o i suicidi tra i detenuti, ma rafforzano un sistema repressivo fondato sul carcere come strumento di controllo sociale”, afferma Carlo Morace, responsabile del Gruppo Penale dell’OCF.
Nonostante alcune recenti riforme processuali siano state in linea con le richieste dell’avvocatura, il diritto penale è stato progressivamente modificato in senso repressivo e autoritario. Piuttosto che perseguire un modello di diritto penale “minimo”, ispirato a criteri di proporzionalità e ragionevolezza, il Governo ha optato per un “diritto penale massimo”, basato sull’errata convinzione che l’aumento delle pene e una maggiore criminalizzazione possano risolvere i problemi sociali. È un diritto penale che rischia di sminuire qualunque modifica, anche la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri, che vedrebbe ridotta la sua efficacia a fronte di un sistema penale sempre più vincolante per il giudice.
Negli ultimi due anni, abbiamo assistito all’introduzione di nuovi reati di pericolo, puniti con pene eccessive, che hanno portato alla criminalizzazione di raduni e assembramenti, anche quando questi sono pacifici. Allo stesso tempo, si è verificato un costante aumento delle pene già esistenti, spesso adottato come risposta emotiva a fatti di cronaca, accompagnato dall’aggiunta di circostanze aggravanti che rappresentano una manifestazione di un crescente populismo penale. Un altro aspetto preoccupante è stata l’estensione della detenzione carceraria anche ai minorenni. Inoltre, sono state introdotte nuove misure di prevenzione che hanno dato vita a una sorta di “terzo binario”, caratterizzato da pene detentive, sorveglianza speciale e interventi patrimoniali, con conseguenze significative sulla libertà economica e imprenditoriale.
L’OCF considera sbagliata l’introduzione di nuovi reati e l’inasprimento delle pene, specialmente nei confronti delle categorie più vulnerabili. Questo orientamento squilibra il rapporto tra Stato e cittadini, mettendo a rischio i principi costituzionali che garantiscono i diritti fondamentali. L’OCF esorta il Governo a riconsiderare il ddl Sicurezza e ad avviare un confronto costruttivo con l’avvocatura, per promuovere riforme autenticamente liberali, in difesa delle libertà dei cittadini.