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di Virginia Piccolillo

Corriere della Sera, 9 luglio 2023

L’Anm: “Nessuna interferenza. Abbiamo il dovere di intervenire per tutelare indipendenza e autonomia”. Conte: “Da Meloni gravissimo attacco ai giudici”. Gasparri: “La magistratura sta attentando alla Costituzione”. Pd: “La premier usi prudenza”.

Dopo due giorni ad alta tensione per le accuse di “interferenza” mosse da Palazzo Chigi alle toghe, ieri è arrivata la risposta dura dell’Associazione Nazionale magistrati. Il presidente Giuseppe Santalucia ha denunciato: “È stata colpita al cuore la magistratura”. E un documento, votato all’unanimità da tutto il sindacato dei giudici, ha ricordato al governo che “l’Anm ha il dovere di intervenire” perché tra i suoi “alti compiti” c’è la tutela “dei valori di autonomia e indipendenza”.

Una reazione che moltiplica le polemiche tra governo e opposizione. Con il leader M5S Giuseppe Conte che sfida Giorgia Meloni: “Mi preoccupa un Presidente del Consiglio che, nascondendosi dietro lo schermo delle “fonti Chigi”, conduce un gravissimo attacco ai magistrati che svolgono il proprio dovere, accusandoli di avere addirittura aperto la campagna elettorale per le elezioni europee”. Che con il vicepresidente del Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che raggiunge l’acme dello scontro dicendo: “La magistratura sta attentando alla Costituzione. E questo non può essere ignorato da chi ha la massima responsabilità di presiedere questa super casta che si ritiene sovrana ed intoccabile”.

Più che scintille schizzi di fuoco quelli piovuti ieri sulla giustizia. Tanto da spingere i capigruppo del Pd, Francesco Boccia e Chiara Braga, a chiedere alla premier Giorgia Meloni “maggior prudenza e a non incendiare il clima politico”. Perché, dicono, “questo ennesimo scontro con la Magistratura indebolisce la nostra Repubblica”.

La tensione è cominciata a salire sabato in mattinata, quando in apertura del comitato direttivo centrale dell’Anm, Santalucia ha respinto le accuse del governo per le critiche espresse dall’Anm sulla riforma Nordio, ma soprattutto per gli sviluppi dei procedimenti sulla ministra Daniela Santanché: “È fuori legge che si apprenda dai giornali di essere indagati, curiosamente quando si è chiamati a riferire in Parlamento”, avevano stigmatizzato da Palazzo Chigi. E sull’imputazione coatta del sottosegretario Andrea Delmastro. Il pm ne aveva chiesto il proscioglimento dall’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio relativa alle relazioni della penitenziaria, riferite al collega Giovanni Donzelli, sui colloqui in carcere contro il 41 bis condotti da Alfredo Cospito con i vicini mafiosi (“non è consueto che la parte pubblica chieda l’archiviazione e il giudice per le indagini preliminari imponga che si avvii il giudizio” aggiungevano dal governo).

Il presidente Anm Santalucia ha protestato: “Schierarsi in maniera faziosa nello scontro politico in vista delle elezioni europee” è un’accusa “gravissima”, perché “se un magistrato è fazioso, o politicamente schierato, semplicemente non è un magistrato”. E aggiunto: “Mi sarei atteso, una indagine immediata per disperdere ogni sospetto malizioso, e se era avvenuto qualcosa procedere nei confronti del singolo”. E ancora: “Siamo intervenuti portando nel dibattito pubblico critiche argomentate al disegno di legge. Non apparteniamo a nessun partito e interveniamo esercitando un diritto di associazione”. Infine il “sospetto che si voglia usare la separazione delle carriere e le altre riforme della giustizia come “punizione nei confronti della magistratura”. Quindi l’accusa al sottosegretario di Stato, Alfredo Mantovano, “stimatissimo ex collega, che parla di interferenze del giudiziario nella politica”. Se il riferimento è ad un’indagine nei confronti di un ministro e ad un ordine di formulazione dell’imputazione, non rinvengo traccia di razionalità istituzionale”, chiosa. Dal Pd, Debora Serracchiani accusa: “Meloni come Berlusconi. Il suo garantismo e solo per sodali di partito”. Mentre Enrico Costa (Azione) evidenzia: “È la sagra delle invasioni di campo”.