di Anna Lombardi
La Repubblica, 10 marzo 2023
Arriva anche in Italia il bestseller di Ijeoma Oluo, 43 anni. Attivista, scrittrice e giornalista, è diventata un simbolo dopo l’uccisione brutale di George Floyd da parte della polizia. “Non conosco afroamericani che non abbiano sofferto episodi razzisti. Ma quando lo dico la reazione è sempre di incredulità. È difficile far capire cosa significa nascere con la pelle nera. Sei trattato diversamente fin dalla scuola a dispetto dei tuoi modi educati, del tuo sorriso aperto, della tua fragilità”.
Al telefono da Seattle dove è nata e vive, Ijeoma Oluo, 43 anni, papà nigeriano e mamma bianca del Kansas, racconta con mesta durezza la genesi del suo E così vuoi parlare di razza?: il bestseller pubblicato in America nel 2018 e schizzato in cima alle classifiche nel 2020, dopo l’atroce morte di George Floyd, che ora viene pubblicato anche da noi, edito da Tlon. Attivista, scrittrice, giornalista (ha una rubrica pure sul Guardian) è stata inserita da Time nella lista dei 100 afroamericani più influenti. “Quante volte avete sentito la frase “Non sono razzista, ma...”?. Ebbene, è proprio allora che bisogna preoccuparsi”.
Il suo libro ha scalato le classifiche dopo la morte di George Floyd. L’orrore di quell’assassinio ha costretto l’America a guardarsi allo specchio?
“Il libro era nato molto prima. Mi occupavo di marketing e non avevo mai pensato di fare la giornalista fino al 2012: quando la morte di Trayvon Martin, il 17enne ucciso da una guardia privata solo perché camminava con la testa coperta da un cappuccio, mi spinsero a convertire il mio blog di cucina in qualcosa di più politico. Quell’assassinio crudele - e le tante, troppe morti di afroamericani venute dopo - mi hanno convinta della necessità di un confronto franco, magari doloroso, dove raccontare in cosa consiste davvero la realtà degli afroamericani: aspirando a una vera comprensione reciproca”.
Fin dalle prime pagine lei parla della difficoltà di far capire la particolare condizione emotiva di chi subisce razzismo...
“Molti pensano al razzismo come a qualcosa di plateale: attacchi fisici, insulti. E ci sono anche quelli, chiaro. Ma è importante capire che a fare perfino più male sono una serie di micro aggressioni quotidiane. La donna che stringe più forte la borsa quando passi. La commessa che ti segue in un negozio perché ti considera un potenziale ladro. Gli insegnanti meno pazienti con i nostri bambini. E la polizia pronta a sparare anche solo per come appari fisicamente: ricordate il poliziotto che nel 2014 uccise il 18enne Micheal Brown, solo perché aveva la stazza de “incredibile Hulk?”. Eccolo il traumatico, costante quotidiano di molti di noi. Chi non lo ha provato, fatica a capire. Chi non lo ha subito, non riesce a mettersi nei tuoi panni. Io lo so bene: mia madre è bianca e questo tipo di conversazione l’ho avuta più volte anche con lei. Viviamo nel paradosso che molti non credono che la nostra società sia razzista solo perché se non lo vedono loro, pensano non sia vero”.
Tutti colpevoli?
“Il razzismo non è necessariamente un’intenzione: ma un sistema. Io parlo di razzismo sistemico, un sistema socio economico che si basa su una precisa gerarchia razziale. Un sistema politico che sfrutta lo spauracchio dell’altro, del diverso, del nero. Un sistema dove le ingiustizie verso persone di colore e minoranze - latini, asiatici, trans, gay - vengono normalizzate. E quando le cose non vanno, è colpa della troppa attenzione data a quegli altri. Facile no? Funziona da secoli. Di sicuro voi bianchi, che avete un senso di superiorità così interiorizzato da negarne l’esistenza o non esserne nemmeno più consapevoli, siete molto vulnerabili quando si parla di ‘razza’. Siete nati ‘privilegiati’ dal colore della vostra pelle. Ma quando ve lo facciamo notare, scattate sulla difensiva”.
La prosperità degli Stati Uniti si è certo a lungo basata su discriminazione e sfruttamento razziale e le conseguenze di quella Storia arrivano fino a noi. Ma le sue considerazioni valgono anche altrove?
“Se c’è razzismo nel vostro Paese, lo possono dire solo le persone di colore che ci vivono. Spesso scrittori e politici europei mi dicono: ‘Da noi non esiste’. Mentre i neri che ci vivono mi ringraziano: ‘Racconti la nostra esperienza quotidiana’. Poi, certo: le relazioni, il linguaggio, la storia e il contesto sono diversi. Ma quando io e il mio partner siamo venuti in Europa - sì, anche in Italia - non ci siamo sentiti i benvenuti. Pensate al razzismo che voi in Italia esprimete sul campo di calcio e fatevi una domanda. Pensate agli africani lasciati a morire in mare. Bisogna guardare negli occhi ciò che mette a disagio, perché è ciò che racconta meglio di tutti la realtà in cui si vive e che bisogna contribuire a cambiare”.
Il dibattito sul politicamente corretto e sulla “cultura della cancellazione” - per cui è meglio evitare di toccare argomenti che urtano la sensibilità di qualcuno è da tempo è accesissimo...
“La lingua ha potere. Chiamare la gente con epiteti e appellativi sgradevoli disumanizza e non possiamo far finta di non saperlo. Chi usa un certo linguaggio è razzista. Se continua, ne abbia almeno la consapevolezza”.
Esiste un razzismo al contrario? Dei neri verso i bianchi?
“No. O meglio: esiste il pregiudizio. Ma io parlo di razzismo sistematico. Di una società che ha il potere di imporre le sue regole agli individui, discriminandoli per il colore della pelle”.
Le più recenti battaglie hanno portato a qualcosa?
“La gente parla di razzismo in modo più esplicito. Ma i discorsi non si sono ancora stati tradotti in cambiamento reale. Da noi la polizia resta brutale e le disparità economiche sono perfino più evidenti. Il Covid ha riportato indietro le comunità afroamericane. Il virus ci ha devastati numericamente ed economicamente, perché eravamo già più vulnerabili. Però oggi sappiamo meglio chi siamo, quali sono i nostri diritti e come reagire”.
Come se ne esce?
“Ascoltando chi non si sente rispettato abbastanza. Solo comprendendone le ragioni possiamo aspirare a cambiare i nostri comportamenti”.
Il libro e l’incontro - E così vuoi parlare di razza? è il bestseller di Ijeoma Oluo (Tlon, pagg. 266, euro 18). L’autrice sarà il 12 marzo a Roma a “Più libri tutto l’anno” alle 11.30 presso la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea.