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di Angela Stella

L’Unità, 2 luglio 2024

La questione carceraria è diventata come Giano bifronte: da un lato la faccia della realtà, dall’altro quello della fantascienza. La prima ci consegna quasi l’impossibilità ormai di tenere il conto dei suicidi in carcere. Il 30 giugno un giovane di Salerno si è impiccato nella doccia della sua cella nel carcere di Paola, in provincia di Cosenza. Avrebbe finito di scontare la sua pena a maggio 2027. Secondo il Dap sono ufficialmente 47 i reclusi che dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita. Ma in verità sarebbero 49: due, seppur morti in ospedale, sarebbero deceduti comunque a seguito di atti di autolesionismo. Ieri Aldo di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, ha annunciato il suicidio di due giorni fa di un poliziotto penitenziario a Favigliana.

Sarebbero cinque in totale dall’inizio del 2024 gli agenti suicidatisi ma, come ci spiega sempre il Dap, il corpo di uno di loro è stato ritrovato quest’anno ma il suicidio risale al 2023. La situazione è comunque drammatica e con l’acuirsi delle temperature afose sarà sempre peggio. E il Governo che fa? I soliti annunci: “Chiamarlo svuota-carceri è un po’ improprio, era previsto come sapete nel precedente Cdm e poi è stato arricchito di altri provvedimenti sempre migliorativi. Sono certo che andrà entro la fine del mese al Cdm.

Io personalmente non sono d’accordo sullo sconto di pena che è sempre una sorta di sconfitta dello stato, se lo sconto di pena significa non un atto di generosità, ma un atto di resa di fronte a una situazione che giudico tollerabile”: lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo a chi chiedeva un aggiornamento sull’atteso decreto legge dell’esecutivo e sulla pdl Giachetti. Lo aveva già anticipato negli ultimi giorni il sottosegretario Ostellari che sta seguendo il dossier.

Di tutt’altro spirito appaiono le dichiarazioni del suo vice ministro Paolo Sisto: “Dobbiamo passare da una pena carcerocentrica ad una pena umanocentrica, con un necessario cambio generale di mentalità”. In linea con la posizione del membro forzista della Commissione giustizia della Camera, Pittalis, pronto a sostenere la pdl Giachetti elaborata insieme a Nessuno Tocchi Caino. Il decreto legge arriverà dunque quando l’attenzione dell’opinione pubblica sarà focalizzata già sui cruciverboni e i gialli sotto l’ombrellone: passerà in sordina, senza timore di scontentare una parte dell’elettorato che potrebbe criticarlo, solo perché un detenuto passerebbe da un carcere ad una comunità.

Inoltre farlo arrivare in Cdm a fine mese significa vanificare tutto il mese di agosto e far rimanere solo settembre per la discussione in vista della conversione. E poi, mentre con la pdl Giachetti, che andrà in discussione in Aula della Camera il 17 luglio, si conoscono già i numeri dei detenuti che potrebbero uscire dal carcere, ossia circa 12mila, con il decreto di Via Arenula non si conoscerebbero ancora i dati esatti, perché mancherebbe un lavoro di raccordo con il Dap.

Una mancanza notevole considerato che alcune carceri superano il 200% di sovraffollamento. Per la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani “Gli ultimi annunci del ministro Nordio confermano che non cambierà niente, restiamo alle chiacchiere e pure col garantismo siamo a zero”, mentre Faraone di IV ha inviato una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana per chiedere una informativa urgente sui suicidi.